Il Programma del Pane

Osip Mandel’stam
Il Programma del Pane

“Ci sono epoche che esprimono disinteresse per la persona umana, e dicono che bisogna usarla come mattoni e cemento e farne materiale e non il fine della costruzione. Una architettura umana si misura con la dimensione della persona. Talvolta si fa ostile alla persona ed alimenta la sua grandiosità con l’umiliazione e l’annichilimento individuale.”

Chi potrebbe interpretare meglio di così, il tempo in cui Osip Mandel’stam (1891 – 1938) ha percorso la sua avventura umana, terminata in Siberia, in un Lager di transito?

Un tempo di sconvolgimenti collettivi ma anche di grandi speranze, di illusioni e false attese messianiche, di “dissonanze di guerra sugli antichi altopiani del mondo”, di oscuri presagi, ma anche gravido di “un cielo incinto di futuro”.

Un tempo in cui la condizione umana viene concepita dal poeta con riferimento alla metafora del grano-pane. “tanti e tanti chicchi di grano nel sacco, ma scuotili pure e spargili, chicchi restano. Nessuna quantità di russi, francesi di inglesi, è in grado di costituire popolo, chicchi nel sacco anche loro, sempre frumento umano ancora non macinato, pura quantità”.

Milioni di individui cui la guerra ha danneggiato o distrutto i tessuti connettivi possono recuperare la loro connaturata destinazione a lievitare in insiemi, in popoli, purchè lievito di questo processo di rigenerazione sia la poesia, la cultura, la parola che sola può ritessere i legami fra individui e con la storia. Da qui la difesa appassionata e profetica della lingua dagli abusi dell’ignoranza, dell’arroganza dei nemici della parola, che consumando violenze sul suo organismo, espongono le generazioni future alla perdita definitiva della memoria, della coscienza di essere componenti organiche di una comunità universale.

Il Programma del Pane è il titolo del volume, curato da Lia Tosi, (Città aperta edizioni, Enna, giugno 2004) che presenta la traduzione di una serie di poesie e componimenti poetici di Osip Mandel’stam, in gran parte inediti e sconosciuti al lettore italiano. Il consistente apparato critico, accompagna il lettore nella lettura delle composizioni, fornendogli tutti gli strumenti cognitivi e di linguaggio indispensabili per orientarsi e percorrere con cognizione di causa l’opera Mandel’stamiana.

Autore: Domenico Gallo

Nato ad Avellino l'1/1/1952, nel giugno del 1974 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza all'Università di Napoli. Entrato in magistratura nel 1977, ha prestato servizio presso la Pretura di Milano, il Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, la Pretura di Pescia e quella di Pistoia. Eletto Senatore nel 1994, ha svolto le funzioni di Segretario della Commissione Difesa nell'arco della XII legislatura, interessandosi anche di affari esteri, in particolare, del conflitto nella ex Jugoslavia. Al termine della legislatura, nel 1996 è rientrato in magistratura, assumendo le funzioni di magistrato civile presso il Tribunale di Roma. Dal 2007 al dicembre 2021 è stato in servizio presso la Corte di Cassazione con funzioni di Consigliere e poi di Presidente di Sezione. E’ stato attivo nel Comitato per il No alla riforma costituzionale Boschi/Renzi. Collabora con quotidiani e riviste ed è autore o coautore di alcuni libri, fra i quali Millenovecentonovantacinque – Cronache da Palazzo Madama ed oltre (Edizioni Associate, 1999), Salviamo la Costituzione (Chimienti, 2006), La dittatura della maggioranza (Chimienti, 2008), Da Sudditi a cittadini – il percorso della democrazia (Edizioni Gruppo Abele, 2013), 26 Madonne nere (Edizioni Delta Tre, 2019), il Mondo che verrà (edizioni Delta Tre, 2022)

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