Il buio oltre l’orizzonte

tutte le attenzioni dei media si sono concentrate sulla sfida elettorale e sui suoi esiti, oscurando il panorama internazionale nel cui contesto si collocano le vicende italiane. Invece in questi giorni si sono verificati dei fatti nuovi che ci interpellano su questioni cruciali e aprono scenari oscuri con i quali dobbiamo confrontarci.

Il buio oltre l’orizzonte è la metafora più adatta per descrivere il tempo che stiamo vivendo. Si sono spenti da poco i riflettori sulla tempesta di commenti che hanno accompagnato la netta affermazione alle elezioni politiche di una coalizione guidata da un partito di estrema destra che, grazie alla crescita dell’astensionismo e a una legge elettorale perversa, con il 44% ha conquistato il 60% dei seggi alla Camera ed al Senato, assicurandosi una solida maggioranza.

Si preannuncia quindi una svolta politica netta nel governo del paese della quale è difficile prevedere gli sbocchi. Nella settimana appena trascorsa tutte le attenzioni dei media si sono concentrate sulla sfida elettorale e sui suoi esiti, oscurando il panorama internazionale nel cui contesto si collocano le vicende italiane. Invece in questi giorni si sono verificati dei fatti nuovi che ci interpellano su questioni cruciali e aprono scenari oscuri con i quali dobbiamo confrontarci. Sono passati sette mesi da quando la guerra è ritornata in Europa. Sono sette mesi che USA, GB e NATO, con il concorso dell’Unione Europea, stanno sostenendo l’Ucraina, con un fiume di aiuti militari e finanziari, alimentando l’illusione che possa “vincere” la guerra con la Federazione russa, costi quel che costi.

Questa strategia non ci ha avvicinato di un centimetro alla pace ma, facendo salire i costi umani, politici, militari ed economici della guerra, ha determinato in Russia una drammatica svolta verso l’escalation del conflitto.

Con lo svolgimento dei referendum per l’annessione dei territori occupati, la Russia ha calato un macigno sulle prospettive di pace e, contestualmente, con la mobilitazione dei riservisti, ha lasciato intendere che alzerà il livello della violenza militare, che finora non è stata elevata fino alla massima potenza, facendo balenare la prospettiva del ricorso alle armi nucleari.

In questo contesto, mentre in Italia si svolgevano le votazioni, sono passate quasi sotto silenzio le dichiarazioni del Consigliere per la sicurezza nazionale degli Usa, Jake Sullivan, che ha ventilato conseguenze catastrofiche per la Russia qualora usasse armi nucleari contro l’Ucraina, assicurando che gli Stati Uniti reagirebbero con decisione.

In altre parole gli USA hanno assicurato che punirebbero la Russia, scatenando una rappresaglia nucleare. Siamo arrivati a questo punto, noi sosteniamo la controffensiva ucraina che mira a sconfiggere la Russia sul campo, la Russia ci fa sapere che non arretrerà di un  centimetro e, se messa alle strette, userà l’arma nucleare. Gli Stati Uniti mettono bene in chiaro che, in questo caso, metterebbero mano al grilletto nucleare e noi, senza rendercene conto, ci troveremo automaticamente coinvolti in una guerra con la Russia.

Un altro grave passo verso l’escalation sono state le esplosioni subacquee che hanno distrutto i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2. Si tratta di una azione di sabotaggio, ai danni sia della Russia che della Germania, compiuta da una misteriosa entità militare dietro la quale è fin troppo facile intravedere la CIA. 

La domanda è questa, riuscirà il nuovo governo italiano a balbettare qualcosa per dissociarsi da questo scenario da incubo nel quale siamo direttamente coinvolti? Per adesso sembra proprio di no perché i nuovi vincitori si stanno contendendo con buona parte dell’opposizione la palma per il primato di “fedeltà atlantica”. Però non è mai troppo tardi perché maggioranza ed opposizione prendano coscienza che evitare la catastrofe di un’altra guerra mondiale è enormemente più importante di ogni altra ragione politica.  

Un’altra vicenda internazionale che dovrebbe farci riflettere è la straordinaria mobilitazione che si sta verificando in Iran dove migliaia di donne e uomini sono scesi in piazza sfidando il regime nazi-teocratico sull’onda dell’emozione suscitata dall’assassinio della giovane curda Mahsa Amini. Finora si parla di 76 morti e di un migliaio di arresti fra i manifestanti esposti ad una repressione brutale e senza limiti. In questa situazione in cui le Cancellerie dei principali paesi del mondo parlano il linguaggio delle armi, è difficile che qualcuno possa esercitare un’influenza mitigatrice sul Governo iraniano oppure veicolare l’indignazione dell’opinione pubblica per queste brutalità.

Per parte nostra dovremmo riflettere sull’evenienza, per nulla astratta, che di fronte al malessere sociale destinato ad emergere nei prossimi mesi, si verifichino di nuovo episodi di repressione del dissenso come quelli accaduti a Genova nel 2001, subito dopo l’insediamento del nuovo governo di destra. Se i fatti di Genova non si sono ripetuti, ciò è dipeso dal fatto che il Governo non controllava la magistratura e non ha potuto garantire l’impunità ai suoi autori.

Questo dimostra quanto sia importante difendere le garanzie ed evitare che il nuovo governo realizzi l’annunciata “riforma della giustizia”, cioè demolisca l’indipendenza della magistratura, il principale baluardo che la Costituzione ha istituito a tutela dei diritti inviolabili dell’uomo.

Autore: Domenico Gallo

Nato ad Avellino l'1/1/1952, nel giugno del 1974 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza all'Università di Napoli. Entrato in magistratura nel 1977, ha prestato servizio presso la Pretura di Milano, il Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, la Pretura di Pescia e quella di Pistoia. Eletto Senatore nel 1994, ha svolto le funzioni di Segretario della Commissione Difesa nell'arco della XII legislatura, interessandosi anche di affari esteri, in particolare, del conflitto nella ex Jugoslavia. Al termine della legislatura, nel 1996 è rientrato in magistratura, assumendo le funzioni di magistrato civile presso il Tribunale di Roma. Dal 2007 al dicembre 2021 è stato in servizio presso la Corte di Cassazione con funzioni di Consigliere e poi di Presidente di Sezione. E’ stato attivo nel Comitato per il No alla riforma costituzionale Boschi/Renzi. Collabora con quotidiani e riviste ed è autore o coautore di alcuni libri, fra i quali Millenovecentonovantacinque – Cronache da Palazzo Madama ed oltre (Edizioni Associate, 1999), Salviamo la Costituzione (Chimienti, 2006), La dittatura della maggioranza (Chimienti, 2008), Da Sudditi a cittadini – il percorso della democrazia (Edizioni Gruppo Abele, 2013), 26 Madonne nere (Edizioni Delta Tre, 2019), il Mondo che verrà (edizioni Delta Tre, 2022)

5 pensieri riguardo “Il buio oltre l’orizzonte”

  1. Il governo italiano neanche balbetta parole di pace,non si sono sentite ,neanche dalle associazioni ,ne’dalle persone che hanno sempre creduto nella strada della non violenza.Sia mo ad una svolta epocale di ricorso storico.Siamo ormai diretti nel nulla dai politici,nel nulla dalla societa’in cui viviamo.Siamo scoraggiati e avviliti in un mondo estraneo ,dove quelli che un tempo erano i valori ,ora sono diventati disvalori e si va alla deriva

  2. Faccio parte del gruppo http://www.reteperlapoliticitasociale.org Il nostro gruppo, composto da persone competenti, ha preso le mosse da un libro uscito in maggio 2022 intitolato “Politica, questa sconosciuta” l’autore è Giuseppe Polistena. Mimesis Edizioni. Leggendo questo articolo vedo citate crisi sistemiche alle quali la politica sembra incapace di dare soluzioni e noi semplici cittadini e cittadine che assistiamo sgomenti a questi fenomeni quasi ci sentiamo estranei perchè non ci sentiamo in generale rappresentati da un parlamento che viene apparentemente eletto con una votazione democratica, ma di fatto viene “nominato” dalle segreterie dei partiti con decisioni verticistiche. Ebbene il problema della politica non sta tanto nelle questioni etiche, morali ecc. ma sta molto più banalmente nelle forme organizzative che la politica nel tempo si è data. Purtroppo siamo talmente abituati a lle patologie della politica che diamo per scontato che una persona possa fare della politica la fonte del suo sostentaento per la vita, accettiamo che una stessa persona possa occupare ruoli direttivi in un partito e nel contempo stare nelle istituzioni come ministro. Da fatti di questo genere nasce il degrado della politica e il conseguente fatto che è incapace di dare risposte alle più elementari esigenze della cittadinanza. Basta pensare a quante riforme aspettano da decenni di essere fatte. Questo poco spazio non basta per spiegare esaurientemente. Invito alla lettura di questo documento di sole 4 pagine che spiega bene l’origine delle patologie e indica alcune iniziative da attuare per migliorare. Il link è https://reteperlapoliticitasociale.org/wp-content/uploads/2022/08/20220831-La-politicita-sociale-versione-sintetica-definitiva-con-logo.pdf

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