Roger Waters al Consiglio di Sicurezza

Roger Waters, cofondatore dei Pink Floyd, è intervenuto alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tenutasi l’ 8 febbraio 2023 a New York. In questi tempi oscuri in cui la politica ha assunto il linguaggio delle armi, ci voleva un musicista per ripristinare il linguaggio della politica.

In coincidenza temporale con l’avvio del festival di Sanremo si è verificato un evento eccezionale, che ha avuto come protagonista un artista che occupa un posto di primo piano nel proscenio della musica rock. Roger Waters, cofondatore dei Pink Floyd, è intervenuto alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tenutasi l’ 8 febbraio 2023 a New York. Nelle riunioni del Consiglio di Sicurezza parlano gli ambasciatori degli Stati, possono essere invitati anche esperti di varie discipline, ma non era mai stato ammesso a parlare un musicista cantautore. In questi tempi oscuri in cui la politica ha assunto il linguaggio delle armi, ci voleva un musicista per ripristinare il linguaggio della politica. A fronte dei membri del Consiglio di Sicurezza, rappresentati dagli ambasciatori degli Stati, Roger Waters ha assunto il ruolo di ambasciatore dei popoli con lo scopo di dare voce a quella maggioranza di esseri umani che in tutto il mondo soffrono per la guerra o per cause economico-sociali che schiacciano la dignità umana. L’oggetto della riunione riguardava ovviamente le possibilità di pace nell’Ucraina dilaniata dalla guerra. “Noi popoli – ha esordito Roger Waters – vogliamo vivere. Vogliamo vivere in pace, in condizioni di parità che ci diano la possibilità reale di prenderci cura di noi stessi e dei nostri cari. Siamo grandi lavoratori e siamo pronti a lavorare sodo. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una giusta opportunità dopo cinquecento anni di imperialismo, colonialismo e schiavitù.” Quindi Roger Waters ha interpellato i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza: “ Quali sono i vostri obiettivi? Cosa c’è nella pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno? Maggiori profitti per le industrie belliche? Più potere a livello globale? Una fetta più grande della torta globale? La Madre Terra è una torta da divorare? (..) E se oggi, in questo luogo di sicurezza, guardassimo in un’altra direzione, per esempio alla nostra capacità di empatia, di metterci nei panni degli altri?  (.) La maggioranza senza voce è preoccupata che le vostre guerre distruggeranno il pianeta, che è la nostra casa, e insieme a ogni altro essere vivente saremo sacrificati sull’altare di due cose, i profitti della guerra per riempire le tasche di pochi, pochissimi, e la marcia egemonica di qualche impero o altro verso il dominio mondiale unipolare. Per favore, rassicurateci che questa non è la vostra visione, perché non c’è alcun risultato positivo su questa strada. Questa strada porta solo al disastro (.) Torniamo all’Ucraina. L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa è stata illegale. La condanno nei termini più forti possibili. Non si può dire però che non ci sia stata una provocazione dietro a questa invasione quindi condanno anche i provocatori nei termini più forti possibili. Secondo noi l’unica linea d’azione sensata oggi è chiedere un immediato cessate il fuoco in Ucraina. Senza se e senza ma. Non una sola altra vita ucraina o russa deve essere sacrificata. Non una. Sono tutte preziose ai nostri occhi.” Affermando di parlare a nome di quattro miliardi di persone, Roger Waters invia un messaggio ai potenti della terra: “Presidente Biden, Presidente Putin, Presidente Zelensky, USA, NATO, RUSSIA, UE,  TUTTI VOI, PER FAVORE, CAMBIATE ROTTA ORA, ACCETTATE UN CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA OGGI STESSO!” A fronte della semplicità e nettezza delle parole di un cantante amato in tutto l’Occidente, emerge per contrasto la dissennata ottusità del canto, a più voci, intonato dal Parlamento Europeo, dal Consiglio europeo e dai leaders europei per acclamare i propositi bellicosi di Zelensky, venuto a Bruxelles a chiedere armi per portare avanti la guerra, cioè il massacro (ivi incluso quello del proprio popolo), fino alla vittoria finale per distruzione del nemico. Nella storia europea non vi è mai stata una dissonanza così estrema fra i bisogni fondamentali e le aspirazioni alla pace dei popoli e l’orientamento politico delle classi dirigenti.  Classi dirigenti, accecate dalla mitologia del nemico, che non sono capaci di indicare alcuna prospettiva per uscire da questo miserabile stato di guerra e per ricostruire la coesistenza pacifica in Europa. Oggi tutti i leader si sono trasformati in cortigiani del Re imperatore che, d’oltre atlantico, ci conduce alla guerra in nome della pace. Come nella favola di Hans Christian Andersen, tutta la narrazione ipocrita della guerra necessaria per il bene dei popoli, può crollare fragorosamente, appena un bambino si alzerà e griderà: il Re è nudo. A noi piace pensare che, malgrado la sua non più giovane età, quel bambino è Roger Waters, che ha lanciato il suo grido in faccia ai potenti della terra.

Autore: Domenico Gallo

Nato ad Avellino l'1/1/1952, nel giugno del 1974 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza all'Università di Napoli. Entrato in magistratura nel 1977, ha prestato servizio presso la Pretura di Milano, il Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, la Pretura di Pescia e quella di Pistoia. Eletto Senatore nel 1994, ha svolto le funzioni di Segretario della Commissione Difesa nell'arco della XII legislatura, interessandosi anche di affari esteri, in particolare, del conflitto nella ex Jugoslavia. Al termine della legislatura, nel 1996 è rientrato in magistratura, assumendo le funzioni di magistrato civile presso il Tribunale di Roma. Dal 2007 al dicembre 2021 è stato in servizio presso la Corte di Cassazione con funzioni di Consigliere e poi di Presidente di Sezione. E’ stato attivo nel Comitato per il No alla riforma costituzionale Boschi/Renzi. Collabora con quotidiani e riviste ed è autore o coautore di alcuni libri, fra i quali Millenovecentonovantacinque – Cronache da Palazzo Madama ed oltre (Edizioni Associate, 1999), Salviamo la Costituzione (Chimienti, 2006), La dittatura della maggioranza (Chimienti, 2008), Da Sudditi a cittadini – il percorso della democrazia (Edizioni Gruppo Abele, 2013), 26 Madonne nere (Edizioni Delta Tre, 2019), il Mondo che verrà (edizioni Delta Tre, 2022)

12 pensieri riguardo “Roger Waters al Consiglio di Sicurezza”

  1. Parole sante, parole d’oro quelle di George Waters. Ma come mai in Italia non ci sono più i Tenco, i De André, i Gaber che denunciavano la guerra, i potenti. Da noi, si è appena concluso un imbarazzante Festival di Sanremo tutto schierato a favore della guerra, dove non abbiamo sentito il sostantivo PACE,
    durante il quale Benigni ha osato parlare di Costituzione, lui che l’ha tradita vendendosi al rottamatore Renzi. Neppure Gianni Morandi, tra i tanti pezzi, non ha osato cantare “C’era un ragazzo che come me…”. Avrebbe dato un segnale. Non possiamo dimenticare che i finti trasgressivi Maneskin, recentemente, durante una delle loro esibizioni, hanno urlato :” Fuck Putin!”, altro che pace ! Ci vorrebbe, in Italia, un Roger Waters !

    1. Sarà sicuramente contenta delle parole di Berlusconi nei confronti di Putin. La sua cultura le impedisce di conoscere un percorso dove c’è un invasore ed un occupato? Nonostante questo limite condivido ongi parola di Roger che ha sua differenza parla dell invasore non giustificando ma rivendica un cessate il fuoco senza se e senza ma

  2. Condivido,ogni singola parola,ogni virgola e ogni punto di quello che ha detto Roger Waters . Siamo un paese di scodinzolatori a gettone

  3. Roger Waters le tue parole condensano i pensieri che l’anima umana desidera ardentemente per questo mondo cosi maltrattato nella sua sublime bellezza e martoriato nell’accoglienza di forme di vita tanto diverse quanto indispensabili. Sembra che nessuno voglia la guerra e invece impazza in tante nazioni, perché tanta stupidità umana mimetizzata
    da falsa intelligenza? Solo insieme ci salderemo.

  4. C’è una retorica della guerra, ma c’è anche quella della pace.
    Tutti vorremmo un mondo felice e pacificato come questo signore chiede. Ma il pacifismo di maniera, retorico nelle situazioni con giacca e cravatta, è poca cosa.
    Un uomo che sicuramente amava la pace come i suoi pazienti è stato Gino Strada, uno che le mani le ha plongè dans le sang gran parte della vita, sangue vero di uomini, donne , bambini di una e dell’altra parte in conflitto senza alcuna distinzione, rischiando di prenderle da un e dall’altra parte. Lui diceva di essere un combattente della pace. La pace è un’esercizio difficile, nulla è dato per scontato, nulla è dato gratis. L’industria bellica mondiale è cresciuta nonostante la pandemia. I russi negli ultimi anni per rivendicare un loro ruolo di dominio mondiale hanno investito capitali enormi nelle guerre di Cecenia, Georgia, Siria, Ucraina. Per il controllo di territori e risorse in Mali, Libia, Bielorussia. La guerra all’Ucraina è solo un tassello di un disegno imperiale o neoimperiale russo. Una dimostrazione di quanto possano buttare nella mischia sapendo di perdere un’enorme quantità di vite umane, risorse militari e finanziarie. Cosa può fare il signor Roger Waters difronte a dati come questi: ‘Nel 2020, la spesa globale militare stimata corrisponde a 1.981 miliardi di dollari’ (Sole 24ore). Cosa possono fare i popoli e i rappresentanti di piccoli territori, esterni ai grandi blocchi, quando uno di questi decide di dare sfoggio delle sue volontà ed egomanie come nel caso russo, anche di disporre della vita di centinaia di migliaia di soldati votati sicuramente alla morte per un capriccio del capo? (Il paragone della possibilità di disporre della vita altrui per affermare la propria volontà con le pratiche dell’Isis è fin troppo evidente). Nessun capo di governo nel mondo ha queste possibilità. Ritornando al Nostro è intervenuto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che abbiamo visto essere stato messo in stallo dalla Russia ogni volta che veniva messa sotto accusa, di fatto bloccando tutte le iniziative di pace del Consiglio stesso, che possibilità aveva il sig. Waters di cambiarne le sorti? Continua ancora nel giochino del ‘cerchio bottismo qualunquista’ i russi hanno invaso, ma anche gli ucraini hanno provocato! L’hanno stuprata, ma anche lei andare in giro mezza nuda! Con quale diritto il signor Waters si esprime a nome dei popoli di tutto il mondo! Qui gli è sfuggito un rigurgito tardo imperialista, l’Inghilterra è un piccolo paese e gli inglesi poca cosa nello scenario mondiale odierno. Il fatto che abbia suonato in tutto il mondo non gli conferisce nessuna investitura politica, sconforta invece che pur avendo visto tanti paesi non si sia accorto delle differenze tra i popoli. Il suggerimento per il grande musicista è quello di esprimere con la sua arte le sue paure, idee, speranze, evitando vacui proclami facilmente smontabili.
    Che fare? Come durante la pandemia molti si sono chiesti, perché sottomettersi alla volontà dei governi e degli scienziati, ora la domanda è perché sottostare alle decisioni dei governi occidentali e degli organismi internazionali che spingono nell’aiutare l’Ucraina? Bisogna bloccare i flussi di armi e lasciare l’Ucraina andare alla deriva e la Russia prenderne il controllo completo? Gino Strada curava tutti dell’una e dell’altra parte, cosa avrebbe detto e fatto? Lui non c’è più e purtroppo nel mondo nessuno ha la sua stessa statura.

  5. è retorica della pace dire che ci sono preziose le vite di ogni russo e di ogni ucraino e chiedere il cessate il fuoco immediato?
    O dobbiamo aspettare la vittoria dell’Ucraina come auspicano USA, NATO e UE, indifferenti alla morte di centinaia di migliaia di persone e fuori dalla ragione se pensano che si possa distruggere impunemente una potenza con 6.000 testate nucleari?

    1. Occorre chiedere l’immediato cessate il fuoco e l’immediato rientro all’interno dei propri confini delle forze armate di tutte le parti in causa. Inoltre prevedere severissime sanzioni nei confronti della eventuale parte inadempiente. Tutti i paesi del mondo dovrebbero aderire a queste misure nei confronti di chi persevera in azioni belliche.

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