Il ritorno degli Euromissili

Questa è la vera novità del vertice di Washington, nascosta nelle pieghe dei giornali ed ignorata da tutti i commentatori: sono tornati gli Euromissili! Ma questa volta sono ipersonici

Al vertice di Washington (9/11 luglio), che ha celebrato con toni trionfalistici il settantacinquesimo anniversario della NATO non sono emerse novità rispetto agli indirizzi strategici già assunti dalla NATO a Madrid (29 e 30 giugno 2022) e a Vilnius (11 e 12 luglio 2023), ma è stato compiuto un notevole “passo in avanti” nella costruzione di un solido sistema di guerra dell’Occidente con il resto del Mondo. Per quanto riguarda l’assistenza militare all’Ucraina, superate ormai tutte le linee rosse, è stata preannunciata la fornitura di ogni tipo di arma offensiva con la capacità di colpire in profondità il territorio della Russia.… leggi tutto

I crimini di Netanyahu e l’ipocrisia dell’Occidente

Di fronte all’incriminazione di Netanyahu, crolla quel muro di opacità con il quale i leader dei principali Paesi dell’Occidente hanno cercato fin qui di mascherare l’oscenità del martirio di un’intera popolazione perseguito con accanimento da Israele nella convinzione della sua più totale impunità.

Dopo un lungo silenzio durante il quale è sorto il dubbio sull’esistenza stessa del diritto internazionale e sull’utilità di una giurisdizione concepita per contrastare i crimini che offendono la coscienza morale dell’umanità, finalmente la Corte penale internazionale ha battuto un colpo. Il 20 maggio l’ufficio della Procura ha reso nota la richiesta di emissione di un mandato di cattura per tre leader di Hamas (per i fatti del 7 ottobre) e per due dei massimi dirigenti politici di Israele, il primo ministro Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant.… leggi tutto

Fra Maramaldo e Don Abbondio

Negli ultimi tempi il volto con cui il governo italiano si presenta nel proscenio internazionale e di fronte ai suoi stessi cittadini oscilla fra l’immagine di Maramaldo, icona della massima viltà, e quella di don Abbondio, precursore della commedia all’italiana.

Negli ultimi tempi il volto con cui il governo italiano si presenta nel proscenio internazionale e di fronte ai suoi stessi cittadini oscilla fra l’immagine di Maramaldo, icona della massima viltà, e quella di don Abbondio, precursore della commedia all’italiana.

Il primo e più grave atto di viltà è stata la decisione di bloccare i finanziamenti all’Unrwa (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro dei profughi palestinesi nel Vicino oriente) su istigazione di Israele; istigazione prontamente raccolta dagli Stati Uniti e dai più fedeli alleati occidentali (Canada, Australia, Regno Unito, Finlandia, Paesi Bassi, Germania, Giappone, Austria e Nuova Zelanda).… leggi tutto

La lunga notte della Repubblica

Da molto tempo il modello di democrazia che i costituenti hanno consegnato al popolo italiano, traendo lezione dalle dure esperienze della Storia, è , sferzato da un vento di contestazione che punta ad immutare i caratteri originali e il volto stesso della Repubblica generata dalla lotta di liberazione.

Da molto tempo il modello di democrazia che i costituenti hanno consegnato al popolo italiano, traendo lezione dalle dure esperienze della Storia, è percorso da una crisi di identità e di valore, sferzato da un vento di contestazione che punta ad immutare i caratteri originali e il volto stesso della Repubblica generata dalla lotta di liberazione.

Noi sappiamo quando è iniziata questa bufera: il 26 giugno del 1991, quando il  Presidente della Repubblica dell’epoca, Francesco Cossiga, mandò un formale messaggio alle Camere (ex art.… leggi tutto

Libro e Moschetto

Ci sono territori in cui l’acculturazione bellica fa fatica a penetrare. Uno di questi è la scuola nella quale vige ancora il principio sancito dall’articolo 33 della Costituzione: l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.

È risaputo che la verità è la prima vittima della guerra. Per sostenere, anche da dietro le quinte, una guerra in corso, occorre instaurare una visione manichea nella quale tutti i torti siano ascrivibili a chi assume il ruolo del nemico, è necessaria una professione di fede in una verità indiscutibile.

La verità che giustifica la guerra non ammette dubbi o dissonanze. Non a caso, da quando con lo scoppio del conflitto in Ucraina è dilagato in tutta Europa lo spirito nefasto della guerra, è iniziata una mobilitazione bellica della comunicazione, della cultura, delle coscienze.… leggi tutto

Il fermo della Mare Jonio scoperchia la necropolitica

Coloro che periscono fra i flutti, a differenza delle vittime di bombardamenti, offrono il vantaggio di morire silenziosamente e di scomparire in quel grande cimitero liquido che è il Mediterraneo, senza bisogno di sepoltura e annunci di gazzetta.

In questo tempo buio in cui assistiamo ad un corsa alla disumanità che raggiunge sempre nuovi traguardi, in cui il trionfo della morte a Gaza viene rivendicato come un successo dal potere politico che governa lo Stato d’Israele, in cui le autorità politiche europee “normalizzano” la guerra come strumento della politica ed istigano il potere politico che governa l’Ucraina a proseguire il bagno di sangue che sta svenando due popoli fratelli, la strage dei migranti che si consuma silenziosamente nel Mar Mediterraneo potrebbe apparire poca cosa.… leggi tutto

Il Papa rompe il tabù della guerra

le parole di realismo e di umanità del Papa rompono un tabù, aprono uno squarcio nella tela di menzogne, di irresponsabilità e di fanatismo con la quale tutti i principali attori politici cercano di nascondere la realtà di una tragedia che si consuma sotto i nostri occhi e che noi stessi continuiamo ad alimentare.

Ci voleva il Papa per rompere il tetto di cristallo delle miserabili élite politiche europee, che hanno nascosto sotto la sabbia la parola negoziato e hanno cancellato persino il dubbio che la politica dovesse spendersi per la pace, invece di alimentare la guerra e impiantare nuovi cimiteri. La dichiarazione di Papa Francesco è coraggiosa: “È più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca”, e “quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare.… leggi tutto

Il Patto Meloni-Zelensky

Stipulare un’alleanza militare con un paese in guerra, che prevedibilmente per molti anni rimarrà in una situazione di conflitto con la Russia, anche se domani intervenisse il cessate il fuoco, è quanto di più insensato e pericoloso si possa immaginare.

Un Accordo bilaterale per scongiurare la pace

Abbiamo già segnalato ruolo nefasto svolto dall’accordo bilaterale stipulato dalla Gran Bretagna e l’Ucraina il 12 gennaio. Con questa inusitata alleanza militare il Governo inglese, ancora una volta, ha scongiurato la possibilità di un negoziato per porre termine al conflitto, finanziando ed armando l’Ucraina, al fine di consentire la prosecuzione della guerra, alla quale Zelensky, come Netanyahu, ha legato le sue fortune politiche. Dopo la Gran Bretagna, nuovi accordi bilaterali sono stati stipulati  con la Germania e la Francia.… leggi tutto

Maccartismo in salsa europea

Coloro che dissentono dalla verità ufficiale del Parlamento Europeo che ha identificato la Russia come il nemico da combattere, sono le quinte colonne del nemico, che bisogna smascherare e mettere a tacere.

Il termine “maccartismo” deriva dal nome del senatore repubblicano del Wisconsin Joseph McCarthy che diresse, negli anni 50 del secolo scorso, la principale Commissione del Senato USA per la repressione delle “attività antiamericane”. L’attività della Commissione consisteva in quella che fu definita la “caccia alle streghe”. La guerra fredda generò, sul piano internazionale una forte contrapposizione fra blocchi militari che si fronteggiarono in Europa in una guerra simulata intorno ad un confine percepito come una “cortina di ferro”. Sul versante interno la guerra fu combattuta identificando come nemici gli attivisti del partito comunista, i funzionari pubblici, gli intellettuali, gli artisti, gli scrittori, sospettati di simpatie comuniste o, semplicemente, antifascisti.… leggi tutto

Israele e la Corte dell’Aja, il diritto contro la violenza

Nell’eterna lotta fra violenza e diritto, l’ordinanza pronunciata il 26.01 dalla Corte internazionale di giustizia segna un punto di svolta.

Nell’eterna lotta fra violenza e diritto, l’ordinanza pronunciata il 26.01 dalla Corte internazionale di giustizia segna un punto di svolta. Il premier israeliano Netanyahu ha detto che la decisione della Corte di voler discutere e giudicare l’accusa di genocidio contro Israele è “una vergogna di cui ci si ricorderà per generazioni”. Netanyahu ha ragione sul fatto che ci troviamo in presenza di “una vergogna di cui ci si ricorderà per generazioni”. Ma la vergogna, anzi lo scandalo non sta nelle parole del diritto pronunziate dalla Corte, bensì in quelle condotte dello Stato di Israele che hanno fatto intravedere al massimo organo di giustizia delle Nazioni Unite il rischio di un genocidio nei confronti della popolazione di Gaza.… leggi tutto

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