Presentazione – Se dici guerra umanitaria. Guerra e informazione. Guerra all’informazione

Se dici guerra umanitaria. Guerra e informazione. Guerra all'informazione

a cura di Corrado Veneziano e Domenico Gallo
Besa editrice, 2005 – ISBN 8849702884 – pagg. 142

Se dici guerra umanitaria prende spunto da due iniziative tra loro parallele: la produzione di un documentario sulla prima, ufficiale aggressione a organi di stampa (a opera della Nato: Belgrado 1999), e il convegno, patrocinato dalla FNSI, sulla manipolazio­ne dell’informazione “nell’epoca della guerra infinita”.

Era, in quest’ultimo caso, l’aprile del 2004, e pochi giorni prima il Governo Aznar aveva ammesso una “alterazione” dei fatti in merito alle bombe di Madrid dell’ 11 marzo. Fu in assenza di elementi e fonti attendibili (o, peggio, con indicazioni divergenti), strumentalmente il governo spagnolo sposta sull’Eta la responsabilità della strage compiuta invece da terroristi mediorientali. Tentava in questo modo di distrarre l’opinione pubblica dal gravissimo problema della sua partecipazione alla guerra in Iraq.

La manipolazione dell’informazione, subito emersa con nettezza, fu uno dei motivi del tracollo aznariano, della elezione di Zapatero e del ritiro delle truppe iberiche dal fronte bellico: un ritiro che non obbediva alla minaccia terroristica, bensi alla istanza reclamata dalla stragrande maggioranza del popolo spagnolo, oltre che dai principi costituzionali e dalle leggi internazionali.

Altri tentativi di controllo e assoggettamento della stampa stavano nel frattempo realizzandosi in zone di guerra. In molti casi clii avveniva riducendo – per i giornalisti – mezzi tecnici e logistici; in altri, i professionisti piu’ scomodi erano rimossi e sostituiti; in altre circostanze, infine, la eliminazione di tutele e sicurezze faceva si che gli stessi rimanessero coinvolti, spesso tragicamente, nelle azioni e negli scontri militari.

E, tutto questo, mentre aumentava (e aumenta ancor ora) la concentrazione, nelle stesse mani, di attività editoriali e televisive; in cui conflitti di interesse e sovrapposizioni politiche e informative (tra pubblico e privato) minacciano alla base le regole del pluralismo e della democrazia.

Nella sede della FNSI, per parlare di guerra e informazione, parteciparono giornalisti, ma anche docenti, intellettuali, scrittori. E molti offrirono la loro disponibilità a trascrivere il loro intervento, perché diventasse volume da far circolare e su cui discutere. Altri ancora hanno ulteriormente integrato il lavoro, portandolo alla forma attuale. Ne è venuto fuori un libro a piu’ voci, con analisi e indicazioni differenziate. Lo abbiamo diviso in quattro sezioni.

La Parte di apertura è intitolata “Le parole, la legge” e accorpa gli interventi di Corrado Veneziano e Domenico Gallo: il primo mostra come, sulla costitutiva ambiguita che accompagna le parole e la comunicazione, si insinui sempre piü il tentativo di banalizzarle e dirigerle verso specifici fini politici e culturali; il secondo, legando il bombardamento della Tv di Belgrado con quello di Bagdad del 2003 (contro l’Hotel Palestine, che costò la vita ad altri operatori dell’informazione) lascia emergere le patenti violazioni del diritto internazionale e l’esplicito disegno di controllo degli organi di stampa: da parte dell’amministrazione Usa e della coalizione che la sostiene. La Seconda Parte – “Il giornalismo, l’informazione” – è occupata dai contributi di Giulietto Chiesa, Tommaso Di Francesco e Monica Maggioni.

Chiesa mette in luce il sottile, parallelo disegno (sentimentale e cognitivo) perseguito dalle forze di occupazione di legare “cuori” e “menti”, al fine di ottenere un sostegno allargato e incondizionato (e acritico) da parte delle popolazioni. E tutto questo grazie al controllo e al direzionamento massmediale. Di Francesco (che nella notte del bombardamento del ‘99 era a Belgrado), descrive dettagli e aspetti apparentemente marginali della tragedia: i cani morti (vittime anch’essi delle bombe), panni stesi nei palazzi circostanti alla televisione di Stato: facendo emergere l’insensatezza umana, oltre che storica e politica, dell’operazione. Maggioni, inviata speciale a Bagdad, tocca un tema spinoso e fonte di acuti dibattiti: essere giornalisti “embedded”. Attraverso la sua testimonianza, emergono le particolari procedure di controllo che i giornalisti in zone di guerra devono subire: i condizionamenti ma anche i tentativi di arrivare a fornire porzioni (altrimenti interdette?) di verità.

La Terza Parte – “la Serbia di oggi e la Jugoslavia di ieri” – raccoglie i contributi di Predrag Matvejevic e Andrea Catone, e tocca centralmente la cultura e i problemi dei Balcani. Matvejevic legge la storia di questo territorio, tra passato e futuro – da Tito a Milosevic, e oltre – , con un senso della distanza e del coinvolgimento lucido e appassionato: mostrando come la speranza di una rinnovata convivenza tra i popoli slavi sia alla base della piü generale esigenza di un pacifico e maturo rapporto tra Oriente e Occidente. Catone offre una testimonianza inedita e attualissima della drammatica situazione nel Kosovo: una regione squassata dalle conseguenze della “guerra umanitaria”; aggredita e ora lacerata, economicamente e finanziariamente, e, a quanto sembra, confinata dagli organi di informazione in un limbo di indifferenza e oblio.

L’ultima sezione, la Quarta Parte, e’ occupata, come recita il suo titolo, dal “Diritto internazionale”: guardato, evidentemente, a partire dal suo rapporto con l’informazione e il controllo della stampa. Partendo da un evento preciso, il già citato bombardamento della Tv di Belgrado, Ugo Villani ricostruisce in modo puntualissimo la creazione dell”evento” bellico: le contraddizioni con la Carta delle Nazioni Unite, il tranello di Rambouillet (anch’esso evento mediatico, oscurato nei contenuti e nelle sue conseguenze), la tragica regressione di principi e patti di convivenza.

Chiude il libro un’appendice anch’essa legata alle “parole negate” (e quelle beffardamente urlate) del bombardamento: la causa civile intentata dai parenti delle vittime, e il giudizio definitivo di carenza di giurisdizione della Corte di Cassazione. Da tutto questo viene fuori fuori, sinistramente, la impunita discrezionalità di cui gode il Governo italiano in una situazione di conflitto. Lallegato documentario – Sedicipersone – integra con immagini, interviste, riprese inedite del bombardamento, quanto i saggi e i contributi del volume hanno approfondito e argomentato.

C.V. e D.G. SE DICI GUERRA UMANITARIA Guerra e informazione (e guerra all ‘informazione) a partire dall‘invasione della Nato nel Kosovo

A CURA DI CORRADO VENEZIANO E DOMENICO GALLO

Saggi e contributi di:
ANDREA CATONE
GIULIETTO CHIESA
TOMMASO Di FRANCESCO
DOMENICO GALLO
MONICA MAGGI0NI
PREDRAG MATVEJEVIC
CORRADO VENEZIANO
UGO VILLANI

Con, in allegato, Il Dvd Sedicipersone. Le parole negate del bombardamento della Tv di Belgrado

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