La Risoluzione 1546: la svolta che non c’è

Una lettura meditata della Risoluzione 1546 approvata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU l’8 giugno scorso dimostra che, dopo tanto travaglio negoziale, alla fine le novità partorite sono più apparenti che reali.

Il sistema di sicurezza collettivo prefigurato dalla Carta delle Nazioni Unite assegna al Consiglio di Sicurezza dell’ONU funzioni delicate e poteri autoritativi che devono essere esercitati per “mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza collettiva” (art. 39).

Poiché la stessa Carta delle Nazioni Unite assicura una posizione di privilegio agli Stati vincitori della II Guerra mondiale, garantendo a queste cinque nazioni il seggio permanente in seno al Consiglio ed il potere di veto, è evidente che per tutelare la pace e la sicurezza collettiva, nessuna di queste cinque potenze deve mettersi di traverso.… leggi tutto

Nassiriya le leggi infrante

È di questi giorni la notizia che i Carabinieri dislocati a Nassiriya con il contingente militare italiano hanno fermato sette persone, che detenevano armi e munizioni da guerra. Quelle persone probabilmente stavano preparando un attacco contro postazioni italiane. Bene hanno fatto, pertanto, i Carabinieri ad arrestarli, sventando possibili atti aggressivi. Tali azioni, dal punto di vista del diritto si presentano come delitti contro la personalità dello Stato italiano, per il quale l’articolo 7 del codice penale prevede la punibilità secondo la legge italiana, dovunque siano commessi.… leggi tutto

Ammazzare un Nasseryano non è un tantino disumano?

Gli eventi dello scorso 6 aprile Nassirya hanno scosso l’opinione pubblica perché l’Italia ancora non si è assuefatta alla guerra permanente ed è portata a concepire sé stessa come un Paese amante della pace e poco avvezzo alla spedizioni belliche. Per la verità non si è trattato di una battaglia, come hanno scritto impropriamente i giornali, anche se sono stati sparati 30.000 proiettili, in quanto il Ministro della Difesa, Martino, ha ufficialmente dichiarato al Parlamento che: “la nostra è una missione di pace.… leggi tutto

Vi ricordate di quel 23 aprile?

Ksenija Bankovic aveva 28 anni il 23 aprile del 1999 e svolgeva con grande passione il suo lavoro di assistente al montaggio, anche Jelika Munitlak aveva 28 anni ed era molto soddisfatta del suo lavoro di truccatrice.

Oggi, dopo cinque anni, Ksenija e Jelika hanno ancora 28 anni.

Infatti sono state spogliate della vita alle ore 2,06 del 23 aprile 1999, assieme ad altre quattordici persone, come loro addette al lavoro presso gli studi della Rts (Radio Televisione Serba) di Belgrado.… leggi tutto

La libertà dell’informazione nel tempo della guerra infinita

FNSI
Federazione Nazionale della Stampa Italiana

Il 23 aprile del 1999, alcuni aerei della Nato bombardarono la sede della Televisione serba di Belgrado. Un’intera troupe fu sterminata; ed erano in sedici, tra operatori e giornalisti. Come disse il suo comandante, generale Wesley Clark, fu un atto “intenzionale e deliberato”: la stampa andava considerata “braccio armato” di un regime dittatoriale.

Purtroppo non si è trattato di un episodio destinato a rimanere isolato. L’8 aprile 2003, alla vigilia della caduta di Bagdad, sono stati scagliati quasi simultaneamente tre attacchi contro uomini e strutture dell’informazione, che hanno colpito gli uffici della TV Al Jazeera, della TV Abu Dhabi e l’hotel Palestine, dove era alloggiata la stampa internazionale, provocando tre morti e numerosi feriti.… leggi tutto

Strage di Madrid – Per favore fermate gli apprendisti stregoni

E’ durata poche ore la “verità ufficiale” del Governo spagnolo sulla responsabilità degli attentati dell’undici marzo, travolta dalle indagini della polizia e dalle rivendicazioni di sigle terroristiche islamiche. Il maldestro tentativo del Governo Aznar di trovarsi un responsabile di comodo e di accreditare una “verità di Stato” sul massacro, lascia trapelare lo sgomento di dover fare i conti con le conseguenze delle proprie sciagurate scelte di politica internazionale.
L’orrore che suscita la strage di Madrid è universale, come universale è l’esecrazione di questo attacco terroristico, folle e frutto di una logica infernale.… leggi tutto

Il Muro dell’apartheid dinanzi alla Corte Internazionale di Giustizia

“Quali conseguenze giuridiche derivano dalla costruzione del muro da parte di Israele, Potenza occupante, nei territori palestinesi occupati, comprese le zone attorno e all’interno di Gerusalemme Est, come descritto nel Rapporto del Segretario generale prendendo in considerazione le regole ed i principi di diritto internazionale, compresa la Quarta Convenzione di Ginevra e le rilevanti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e dell’Assemblea generale?”

Sono queste le parole che inquietano le Cancellerie e turbano i responsabili della politica israeliana.

Sono le parole che ha pronunziato l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione adottata l’8 dicembre del 2003, con la quale l’Assemblea ha messo in gioco l’ultima risorsa dell’ONU, la più preziosa, la Corte Internazionale di Giustizia.… leggi tutto

Lodata sia la Corte

La sentenza della Corte Costituzionale, che ha cancellato dall’Ordinamento giuridico la vergogna del c.d. “lodo Schifani”, ci annunzia una buona novella: la Costituzione italiana esiste ancora, è ancora viva, anche se non in buona salute, e resiste all’avvento del regime.

Da molti anni nella costituzione materiale ha preso piede (per responsabilità sia della destra che della sinistra) l’idea che la Costituzione può e deve essere “flessibile” , che le sue regole possono essere piegate alle esigenze delle contingenti maggioranze parlamentare.

Non è stato Berlusconi a teorizzare la supremazia della politica sul diritto, ma non v’è dubbio che è stato il Governo Berlusconi a spingere fino al parossismo l’esigenza dell’onnipotenza della politica, praticando il primato della sua azienda-politica sulle regole che assicurano il corretto funzionamento delle istituzioni e tutelano i principi fondamentali.… leggi tutto

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