E’ NATO un nuovo partito

La scissione provocata da Di Maio è un’operazione simile a quella realizzata da Cossiga che nel 1998 determinò la nascita di un gruppo politico funzionale alla NATO per consentirle di condurre l’attacco contro la Jugoslavia, punto di inizio della nuova guerra fredda che ci ha portato alla situazione attuale.

La scissione del movimento 5 stelle annunciata dal ministro degli esteri Di Maio nella notte del 21 giugno è stata accolta calorosamente dai principali media, come una manna caduta dal cielo sulla testa del governo Draghi. Luigi Di Maio, se n’è andato portandosi dietro un folto gruppo di parlamentari (50 deputati e 10 senatori), battezzando questo nuovo aggregato politico “Insieme per il futuro ”. Certamente l’esigenza di garantirsi il proprio futuro è stato uno dei motori che ha acceso la fuga del Ministro degli esteri, condannato ad uscire di scena per il limite del doppio mandato e per la sua rivalità insuperabile con l’attuale capo politico dei 5 stelle.… leggi tutto

Nuoce gravemente all’ambiente: la guerra!

Le promesse che i grandi della terra si sono scambiate per contrastare i cambiamenti climatici a Glasgow nella Conferenza dell’ONU COP 26, sono state rapidamente archiviate. Contrastare i cambiamenti climatici richiede un forte impegno di collaborazione fra le principali economie del mondo. Tutto questo è incompatibile con la guerra.

Una siccità così intensa non si era mai vista. Nella pianura padana i fiumi sono tutti in secca, l’acqua per l’irrigazione dei campi è finita, il livello dei laghi e degli invasi si è abbassato del 40/50%. Il mare ha invaso la foce del Po in secca ed il cuneo salino è penetrato per 21 km. Nel piacentino è stata chiusa la centrale idroelettrica perché il Po non è più in grado di alimentarla. La Coldiretti avverte: “La siccità sta colpendo tutti i raccolti, dal grano agli altri cereali.leggi tutto

Non maledire questo nostro tempo

gli alleati accorderanno un pacchetto completo di assistenza all’Ucraina” perché la guerra “è a un momento critico”. «L’avanzata russa in Ucraina si è trasformata in una “guerra di attrito” quasi come la Prima guerra mondiale.”

Si è riunito a Bruxelles il 15 giugno il gruppo di contatto «Ramstein» per il coordinamento dei rifornimenti militari a Kiev. Il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha esortato i 45 paesi partecipanti ad intensificare la fornitura a Kiev di armi pesanti e a lungo raggio ed ha dichiarato di aspettarsi “che al summit Nato (a Madrid a fine mese) gli alleati accorderanno un pacchetto completo di assistenza all’Ucraina” perché la guerra “è a un momento critico”. Secondo Kiev alle forze armate ucraine servono, tra le armi pesanti, 1.000 obici, 500 carri armati e 1.000 droni; richieste destinate ad essere prontamente accolte.… leggi tutto

Referendum Lega-Radicali: un flop memorabile!

La realtà che emerge dalle urne del 12 giugno, con l’affluenza che si è fermata al 20%, dimostra, ancora una volta, che il popolo italiano si ribella all’uso strumentale del referendum. Questo non è il tramonto dell’istituto del referendum ma è la sconfitta di una politica che, nel tempo e ripetutamente, ha cercato di impugnare a contrario lo strumento della democrazia diretta

Ogni volta che il corpo elettorale viene chiamato alle urne, il risultato – che piaccia o meno – è un bagno nella realtà. La realtà che emerge dalle urne del 12 giugno, con l’affluenza che si è fermata al 20%, dimostra, ancora una volta, che il popolo italiano si ribella all’uso strumentale del referendum. Questo non è il tramonto dell’istituto del referendum ma è la sconfitta di una politica che, nel tempo e ripetutamente, ha cercato di impugnare a contrario lo strumento della democrazia diretta: non per far emergere domande politiche e bisogni diffusi nella società, ma per tutelare interessi di ristrette oligarchie, svincolandoli dai pesi e dalle procedure della democrazia rappresentativa.… leggi tutto

Referendum:considerazioni conclusive

La campagna per l’approvazione dei referendum è rimasta prigioniera dei suoi stessi miti, a cominciare da quello che, attraverso questa trama di quesiti, si attuerebbe una riforma della giustizia rendendola più giusta. Peccato che non sia stata fornita nessuna spiegazione logica

Ormai siamo arrivati alle ultime battute della campagna elettorale referendaria ed è giunto il momento di tirare le fila del dibattito che si è svolto nel nostro paese. Un dibattito caratterizzato da un’impressionante fuga dai contenuti di merito dei singoli quesiti. La campagna per l’approvazione dei referendum è rimasta prigioniera dei suoi stessi miti, a cominciare da quello che, attraverso questa trama di quesiti, si attuerebbe una riforma della giustizia (in realtà della giurisdizione penale) rendendola più giusta. Peccato che non sia stata fornita nessuna spiegazione logica dell’effetto “salvifico” derivante dall’approvazione dei singoli quesiti.… leggi tutto

Tutti gli inganni dei referendum

tutti i quesiti esprimono, con gradi diversi, diffidenza nei confronti dell’esercizio della giurisdizione e del controllo di legalità. Quel che è più grave, tendono a smantellare il contrasto alle attività criminali in corso

I quesiti non riguardano temi facilmente comprensibili, che incidono sulla vita delle persone, come potevano essere, per esempio, quelli sulla cannabis e sull’eutanasia. Per comprenderne il significato e gli effetti bisogna stare attenti a non farsi ingannare. Il rischio è che il voto sia influenzato da pregiudizi e slogan ingannevoli, a cominciare dal mito che attraverso le modifiche proposte dai referendum si operi una riforma della giustizia, rendendola più «giusta».

Per i lettori del manifesto Andrea Fabozzi ha già compiuto un primo screening descrivendo i caratteri essenziali di ciascun quesito e le conseguenze che produrrebbero.… leggi tutto

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