Agonia e vocazione dell’Occidente

VASTI

Che cos’è umano?
Scuola di ricerca e critica delle antropologie
“Agonia e vocazione dell’Occidente”

di Raniero La Valle

“The New American Century”, il nuovo secolo americano è la fine dell’Occidente. Non sto dicendo che è la fine del mondo, e non lo dirò perché nessuno mi ascolterebbe, e perché io penso che il mondo sarà salvato. Ma dico che quale è progettato e perseguito il nuovo secolo americano è la fine dell’Occidente, e questa è un’ipotesi che merita di essere vagliata, ed è una parola che può essere ascoltata.… leggi tutto

Onorare i caduti, non celebrare la morte

La morte dei 19 italiani impegnati nella missione “Antica Babilonia” è un evento così crudele ed assurdo che la coscienza collettiva non lo può accettare, non può accettare che tante vite siano state spezzate, cancellate per sempre sull’altare di una politica impazzita ed irresponsabile. Di qui l’esigenza di elaborare il lutto, secondo il vecchio schema della retorica patriottica, trasformando la morte in “sacrificio”, in offerta generosa delle vita per la salute della collettività. Per questo è stato inventato il “milite ignoto” e sono stati costruiti i “sacrari” ai caduti, e non è un caso che oggi quei templi vengano riaperti.… leggi tutto

Una riforma contro la Democrazia

Non c’è niente di personale, malgrado le apparenze, nello scontro politico sulla giustizia. I fuochi pirotecnici che il Presidente del Consiglio accende ripetutamente con le sue inusitate aggressioni alla magistratura, ai singoli giudici, non sono semplicemente frutto dei rancori personali di un uomo politico “perseguitato” dall’Autorità giudiziaria, a cagione dei fatti criminosi ascritti a lui stesso ed ai suoi principali collaboratori. Dietro lo scontro fra Berlusconi e la Giustizia non si nascondono solo questioni (ed interessi) personali, vi è un disegno “riformatore” di vasto respiro.… leggi tutto

La casa della Libertà cancella la Libertà

Un altro pesante mattone nell’opera di costruzione del regime è stato messo in opera la settimana scorsa quando la Commissione Giustizia del Senato ha approvato l’emendamento proposto dal Senatore Bobbio al disegno di legge riguardante la delega per la Riforma dell’Ordinamento Giudiziario.

Le norme sull’ordinamento giudiziario delineate dalla riforma sono complesse e farraginose e tendono al risultato, sostanzialmente incostituzionale, di “sterilizzare” le competenze che la Costituzione aveva attribuito al Consiglio Superiore della Magistratura. Tutto ciò che riguarda le carriere incide fortemente sulla categoria dei magistrati e suscita malumore ed allarme, ma interessa poco il cittadino comune.… leggi tutto

La resistibile ascesa di Silvio UI

Dobbiamo ringraziare l’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, per il coraggio con il quale, nel suo intervento alla festa nazionale dell’Unità (il 7 settembre) ha svelato il carattere ontologicamente antidemocratico di questa maggioranza e del Capo politico che la guida. E’ finalmente caduto il tabù del regime, quel tabù, rigorosamente custodito dal ceto politico di centro sinistra, che impediva di riconoscere i caratteri eversivi dell’esperienza politica avviata con l’avvento del Governo Berlusconi.

Questo tabù non poteva proprio più reggere dopo l’intervista di Berlusconi ai giornali “La voce di Rimini” e “Spectator” (il 4 settembre), della quale ha fatto scandalo il linguaggio demenziale nei confronti dei giudici, ma in realtà preoccupante per tutti gli aspetti affrontati (stampa, opposizione e politica estera).… leggi tutto

Guerra e caccia ai ricercati: quel mazzo di carte è truccato

All’indomani del discorso del 1 maggio, con il quale Bush ha annunziato che le operazioni militari in Irak si sono concluse, anche se la guerra (contro il terrorismo) continua, l’unica cosa certa è che l’aggressione angloamericana non è terminata, anzi prosegue attraverso l’occupazione militare.
Secondo il diritto internazionale, infatti, costituisce aggressione:
“l’invasione o l’attacco del territorio di uno Stato da parte delle forze armate di un altro Stato, o qualsiasi occupazione militare, anche temporanea, derivante da tale invasione o da tale attacco..”… leggi tutto

Gli anni 90 e la restaurazione di fine secolo

L’ultimo decennio del Novecento, che non è un secolo breve se non viene amputato dagli storici, è stato un decennio che si è posto in netta discontinuità con la storia del dopoguerra. E’ stato il decennio delle speranze frustrate, il decennio che avrebbe dovuto essere quello della distribuzione dei dividendi della pace e della costruzione di un ordine unitario del mondo dopo la rimozione del muro di Berlino e la fine dei blocchi, ed è stato invece un decennio di grande disordine e di nuove, più gravi divisioni.… leggi tutto

Ancora una Rambouillet

L’approvazione della , votata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza l’8 novembre 2002, rappresenta uno snodo fondamentale nella costruzione del contesto giuridico e politico nel quale saranno inseriti gli eventi futuri.

Andando al di la dei commenti affrettati della prima ora, la Risoluzione deve essere letta approfonditamente, anche in controluce, per capire quale scenario delinea, se legittima o al contrario ostacola o imbriglia l’azione militare programmata dall’amministrazione americana contro l’Irak In particolare occorre chiedersi, se, approvando, con alcune modifiche, il testo proposto agli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, il Consiglio di Sicurezza abbia riportato nella mani delle Nazioni Unite la gestione della crisi, ovvero abbia accentuato la delega, fornendo un’alibi o una copertura giuridica alla guerra preventiva di Bush.… leggi tutto

Consiglio di Sicurezza: Risoluzione 1441

Ricordando tutte le sue precedenti risoluzioni pertinenti, in particolare le
sue risoluzioni 661(1990) del 6 agosto 1990, 678 (1990) del 29 novembre
1990, 686 (1991) del 2 marzo 1991, 687 (1991) del 3 aprile 1991, 688 (1991)
del 5 aprile 1991, 707 (1991) del 15 agosto 1991, 715 (1991) dell’11 ottobre
1991, 986 (1995) del 14 aprile 1995, e 1284 (1999) del 17 dicembre 1999, e
tutte le dichiarazioni pertinenti del suo Presidente,

Ricordando inoltre la sua risoluzione 1382 (2001) del 29 novembre 2001 e la
sua intenzione di dare a essa piena attuazione,

Riconoscendo la minaccia che l’inadempienza dell’Iraq verso le risoluzioni
del Consiglio e la sua proliferazione di armi di distruzione di massa e di
missili a lunga gittata pongono per la pace e la sicurezza internazionale,

Ricordando che la sua risoluzione 678 (1990) autorizzava gli Stati membri a
fare uso di tutti i mezzi necessari per sostenere e attuare la sua
risoluzione 660 (1990) del 2 agosto 1990 e tutte le risoluzioni pertinenti
ad essa successive e per ripristinare la pace e la sicurezza internazionale
nell’area,

Ricordando inoltre che la sua risoluzione 687 (1991) ha imposto degli
obblighi all’Iraq come passo necessario per il raggiungimento del suo
obiettivo dichiarato di ripristinare la pace e la sicurezza internazionale
nell’area,

Deplorando il fatto che l’Iraq non ha fornito una dichiarazione accurata,
piena, definitiva e completa, come richiesto dalla risoluzione 687 (1991),
di tutti gli aspetti dei suoi programmi per lo sviluppo di armi di
distruzione di massa e missili balistici con gittata superiore ai 150 km, e
di tutti i possessi di tali armi, dei loro componenti e impianti di
produzione e ubicazioni, come pure di tutti gli altri programmi nucleari,
compresi quelli che esso sostiene essere a scopi non collegati a materiale
impiegabile per armi nucleari,

Deplorando inoltre che l’Iraq abbia ripetutamente ostacolato l’accesso
immediato, senza condizioni, e senza restrizioni ai siti designati dalla
Commissione Speciale delle Nazioni Unite (UNSCOM) e dall’Agenzia
Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), non abbia cooperato pienamente
e senza condizioni con gli ispettori dell’UNSCOM e dell’IAEA, come richiesto
dalla risoluzione 687 (1991), e alla fine abbia cessato ogni cooperazione
con l’UNSCOM e l’IAEA nel 1998,

Deplorando l’assenza, dal dicembre 1998, in Iraq di monitoraggio, verifica e
ispezione internazionale, come richiesto dalle risoluzioni pertinenti, delle
armi di distruzione di massa e dei missili balistici, nonostante le ripetute
richieste da parte del Consiglio perché l’Iraq fornisca accesso immediato,
senza condizioni e senza restrizioni alla Commissione di Monitoraggio,
Verifica e Ispezione delle Nazioni Unite (UNMOVIC), creata nella risoluzione
1284 (1999) come organizzazione che succede all’UNSCOM, e all’IAEA, e
rammaricandosi per il conseguente prolungarsi della crisi nella regione e
per la sofferenza del popolo iracheno,

Deplorando anche che il Governo dell’Iraq non abbia adempiuto ai suoi
impegni ai sensi della risoluzione 687 (1991) rispetto al terrorismo, ai
sensi della risoluzione 688 (1991) di porre fine alla repressione della sua
popolazione civile e di fornire accesso da parte delle organizzazioni
umanitarie internazionali a tutti coloro che necessitano di assistenza in
Iraq, e ai sensi delle risoluzioni 686 (1991), 687 (1991), e 1284 (1999) di
restituire o cooperare nel dar conto dei cittadini del Kuwait e di paesi
terzi detenuti illegalmente in Iraq, o di restituire i beni del Kuwait
illegalmente confiscati dall’Iraq,

Ricordando che nella sua risoluzione 687 (1991) il Consiglio ha dichiarato
che un cessate il fuoco sarebbe stato basato sull’accettazione da parte
dell’Iraq delle disposizioni di quella risoluzione, compresi gli obblighi
per l’Iraq in essa contenuti,

Deciso a garantire una piena e immediata adempienza da parte dell’Iraq verso
i suoi obblighi in base alla risoluzione 687 (1991) e altre risoluzioni
pertinenti senza condizioni o restrizioni, e ricordando che le risoluzioni
del Consiglio costituiscono il parametro fondamentale dell’adempienza dell’
Iraq,

Ricordando che il funzionamento efficace dell’UNMOVIC, come organizzazione
che succede alla Commissione Speciale, e dell’IAEA è essenziale per l’
attuazione della risoluzione 687 (1991) e di altre risoluzioni pertinenti,

Facendo rilevare che la lettera datata 16 settembre 2002 del Ministro degli
Esteri iracheno indirizzata al Segretario Generale è un primo passo
necessario verso la rettifica del fatto che l’Iraq continua a essere
inadempiente nei confronti delle pertinenti risoluzioni del Consiglio,

Facendo rilevare inoltre la lettera datata 8 ottobre 2002 del Direttore
Esecutivo dell’UNMOVIC e del Direttore Generale dell’IAEA al Generale
al-Saadi del Governo dell’Iraq che espone gli accordi pratici, come seguito
al loro incontro di Vienna, i quali sono requisiti preliminari per la
ripresa delle ispezioni in Iraq da parte dell’UNMOVIC e dell’IAEA, ed
esprimendo la più grave preoccupazione per il fatto che il Governo dell’Iraq
continua a non fornire conferma degli accordi come esposti in quella
lettera.… leggi tutto

I dannati di Guantanamo

E’ di questi giorni la notizia che gli Usa hanno rilasciato quattro dei 598 detenuti a Campo Delta, la prigione allestita nella base navale di Guantanamo a Cuba. Questa notizia ha illuminato per un attimo i bassifondi della Storia Ufficiale, il retrobottega dove la Potenza militare americana ha realizzato la discarica delle scorie umane prodotte dalla teoria della guerra permanente al terrorismo.

A questo punto la notizia non è il rilascio di quattro prigionieri, ma il fatto che 594 persone sono ancora detenute nelle gabbie della Base di Guantanamo.… leggi tutto

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