Sezioni Unite – Ordinanza RTS

LA CORTE SUPREMA  DI   CASSAZIONE

SEZIONI UNITE CIVILI

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NICOLA MARVULLI – Primo Presidente –

Dott. ALFIO FINOCCHIARO – Presidente di sezione –

Dott. PAOLO VITTORIA – rel. Consigliere –

Dott. ERNESTO LUPO – Consigliere –

Dott. ROBERTO PREDEN – Consigliere –

Dott. ENRICO ALTIERI – Consigliere –

Dott. MICHELE VARRONE – Consigliere –

Dott. LUIGI FRANCESCO DI NANNI – Consigliere –

Dott. MARIA GABRIELLA LUCCIOLI – Consigliere –

ha pronunciato la seguente

O R D I  N A N Z A

sul ricorso proposto da:

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, in persona del Presidente pro-tempore, MINISTERO DELLA DIFESA, in persona del Ministro pro-tempore, domiciliati in ROMA, VIA DEI PORTOGHESI 12, presso L’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO, che li rappresenta e difende ope legis;

 ricorrenti

contro

DUSAN MARKOVIC, elettivamente domiciliato in ROMA, VIA DEGLI SCIPIONI 268/A, presso lo studio dell’avvocato GIUSEPPE BOZZI, che lo rappresenta e difende, giusta  delega in calce al

controricorso;

                                     controricorrente

                 nonché contro

COMANDO DELLE FORZE ALLEATE DELL’EUROPA MERIDIONALE

(AFSOUTH)  e AMBRETTA RAMPELLI, nella qualità di procuratrice speciale dei sigg.ri… leggi tutto

Irak: la guerra contro il diritto

L’ostinazione con la quale l’Amministrazione Bush vuole scatenare una devastante guerra contro l’Irak rappresenta una forte minaccia alle basi stesse dell’ordinamento giuridico internazionale. Non è infatti ammissibile, ai sensi di tale ordinamento, alcuna “guerra preventiva”, la quale si porrebbe in contraddizione insanabile con l’art. 2.4 della Carta delle Nazioni Unite.

Va quindi detto con chiarezza che un attacco all’Irak costituirebbe un vero e proprio crimine internazionale, configurando chiaramente la fattispecie di aggressione prevista dallo Statuto della Corte penale internazionale.

Così come costituiscono atti di aggressione i bombardamenti compiuti in questi giorni contro l’Irak che avvengono al di fuori di ogni legalità internazionale e rappresentano gli ennesimi atti della guerra strisciante ed illegittima portata avanti da Stati Uniti e Gran Bretagna contro l’Irak da più dieci anni.… leggi tutto

La Cassazione liberalizza i crimini di guerra

Le cronache politiche dell’anno II del Governo Berlusconi sono tutte incentrate sullo scontro titanico sulla giustizia, (rectius sull’impunità del Premier e dei suoi sodali), che si articola fra le aule del Tribunale e i Palazzi romani. e rimbalza nei girotondi e nella manifestazioni popolari per la legalità. A leggere queste cronache sembrerebbe che l’autorità giudiziaria nel suo insieme fornisca un baluardo ai progetti di illegalità e di arbitrio che avanzano prepotentemente nel mondo politico.

A ben vedere la linea di resistenza all’arbitrio è molto più frastagliata di quel che appare.… leggi tutto

L’attualità di Sergio Garavini

E’ passato un anno dalla scomparsa di Sergio Garavini, avvenuta il 7 settembre 2001, ma le sue intuizioni politiche ed i suoi insegnamenti sono più vivi che mai.

Anzi proprio in questa stagione, che si preannunzia di lotta e di speranza, di ripresa attiva della partecipazione popolare sullo sfondo, dei disastri provocati dalla desertificazione della politica, causa – non ultima – della resistibile ascesa del regime berlusconiano, la proposta politica di Sergio Garavini si rivela di estrema attualità.

Per Garavini l’essenza della democrazia politica è la partecipazione ed il significato di un moderno discorso socialista è quello di “fare appello alla soggettività sociale, portarla verso la conquista degli spazi occupati dalle istituzioni, proiettarla in forme reali di autogestione sociale e di partecipazione democratica” Di qui la critica – che rappresenta un motivo dominante del pensiero e dell’impegno politico di Sergio Garavini – allo statalismo delle sinistre e la sua proposta prioritaria di tornare nella società.… leggi tutto

Un fascismo morbido?

Sebbene Massimo D’Alema ci ripeta ogni giorno che non bisogna parlare di regime, specialmente dopo l’assassinio del prof. Marco Biagi, noi che non accettiamo di farci intimidire dalle provocazioni dei terroristi, non possiamo abbassare la soglia del pensiero e rinunziare a ricercare la verità di quanto ci accade.

Non è questo il momento di minimizzare i rischi che corre la democrazia costituzionale di fronte alla nuova dimensione del potere politico, economico e mediatico che incalza. Quando si parla di regime si pensa ad un mutamento delle istituzioni sulla scia di pratiche o concezioni politiche di tipo fascista.… leggi tutto

Il processo SME come il Processo Matteotti?

L’istanza di remissione del processo Sme-Ariosto, lungamente preannunziata dalle televisioni e dai giornali di proprietà dell’imputato, ed alla fine depositata nei giorni scorsi, non è il lecito esercizio di una facoltà processuale, compiuta dal cittadino Berlusconi, come qualcuno incautamente ha dichiarato. Infatti se il codice di rito (art. 45) riconosce all’imputato la facoltà di chiedere la rimessione del processo “quando la sicurezza o l’incolumità pubblica, ovvero la libertà di determinazione delle persone che partecipano al processo sono pregiudicate da gravi situazioni locali tali da turbare lo svolgimento del processo”, è ben vero che costituisce un illecito processuale il ricorso abusivo a tale facoltà.… leggi tutto

Si profila un regime?

Il tema del regime è stato già introdotto questa mattina nella relazione introduttiva di Aldo Tortorella ed è stato ripreso nell’intervento di Piero di Siena. Tuttavia l’on. D’Alema ci aveva già rassicurato a Firenze, ed oggi torna a rassicurarci dalle colonne del Corriere della Sera, facendoci sapere che in Italia non esiste il pericolo di un regime. Dal canto suo l’on. Bertinotti ha dichiarato che non bisogna “demonizzare” Berlusconi.

Sono d’accordo, non bisogna demonizzare Berlusconi, perché al peggio non c’è mai limite.… leggi tutto

L’Italia riesuma le leggi di guerra

Un comandante italiano a Kabul che fa passare per le armi una presunta spia è un assassino o un legittimo combattente? Picchiare un taleban è un crimine o un atto non punibile per mancanza di “reciprocità dello Stato nemico” sul trattamento dei prigionieri? Diffondere notizie diverse da quelle ufficiali o scrivere che la guerra fa schifo è libertà di stampa o reato militare? Questione di interpretazione: in onore di Enduring Freedom torna il codice penale militare di guerra sepolto nel ’45.… leggi tutto

La pace e la sicurezza internazionali all’alba del 2002

L’alba del 2002 si apre su un orizzonte livido, gravido di minacce che preannunziano ulteriori fasi della guerra, esplosa prepotentemente l’11 settembre 2001 a New York e proseguita il 7 ottobre con l’inizio dei bombardamenti sull’Afganistan. La caduta del regime dei talebani, che è franato sulle sue stesse miserie ed ha consegnato le città quasi senza combattere, non ha portato ad alcun rasserenamento della tensione internazionale ed addirittura non è servita neppure a por fine ai bombardamenti, che proseguono ancora sull’Afganistan, con grave fardello di morti e feriti, malgrado il nuovo Governo instaurato a Kabul abbia chiesto ai liberatori occidentali di smetterla.… leggi tutto

Il Tribunale del grande fratello

Il 13 novembre 2001 George W. Bush, in forza dell’autorità concessagli come Presidente e come Comandante delle Forze Armate dalla Costituzione e dalle leggi degli Stati Uniti, ha emanato una Direttiva militare concernente la “detenzione, il trattamento ed il processo dei non-cittadini nella guerra contro il terrorismo”.

Nelle premesse della direttiva presidenziale si rileva che i terroristi internazionali, compresi i membri di Al Qaida, hanno realizzato attacchi contro i cittadini ed il personale diplomatico e militare degli Stati Uniti in una scala tale da creare uno stato di conflitto armato che richiede l’intervento delle Forze Armate americane.… leggi tutto

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