Hina, Saman e le altre

questo delitto è tanto più inquietante perché non è frutto soltanto di devianza individuale, cioè della malvagità dei suoi autori, ma è maturato in un contesto culturale che ha legittimato, giustificato ed incoraggiato la furia omicida.

Un’onda di indignazione ha percorso il nostro paese quando sono emerse le terribili circostanze in cui si è consumata l’uccisione della giovanissima Saman Abbas da parte dei suoi familiari. Ha scritto Corradino Mineo: “Una ragazza è stata strangolata, il suo corpo nascosto, perché voleva vivere e amare. Trovo imperdonabile tacere (..) Bestie spietate l’hanno uccisa. Bestie con un attributo maschile tra le gambe, che invocano tradizione e religione per affermare il loro potere. Scovarle e arrestarle.” Non c’è dubbio che i campioni di ferocia e di viltà che hanno spento per sempre il sorriso di questa ragazza che chiedeva solo di vivere e amare come tutte le sue coetanee, debbano essere scovati e sottoposti ai rigori della legge.… leggi tutto

I Leoni del referendum

Le giaculatorie della Lega con le ricorrenti richieste di pene più severe e di trattamenti penali più afflittivi e di riduzione delle garanzie giudiziarie, sono rivolte esclusivamente nei confronti dei soggetti deboli (immigrati, rom, clochard), ad esse fa da contrappeso una accanita resistenza quando l’azione giudiziaria lambisce i colletti bianchi o il ceto politico

Con il deposito, avvenuto ieri, dei quesiti in Cassazione è iniziato il percorso dei sei referendum sulla giustizia promossi dal partito radicale e dalla Lega. Ci si potrebbe stupire di una iniziativa congiunta da parte di forze politiche che esprimono opzioni politico-culturali profondamente differenti sui temi della giustizia e dei diritti dei cittadini; opzioni che secondo un linguaggio corrente, vengono qualificate con le espressioni contrapposte di giustizialismo/garantismo. Si tratta di qualificazioni tanto imprecise quanto scorrette. In realtà il c.d. “giustizialismo” della Lega (e di Fratelli d’Italia) e il c.d.… leggi tutto

Israele: una tregua ma il conflitto rimane

Una fragile tregua ha posto fine all’ennesima esplosione di violenza nel conflitto infinito che da quasi un secolo dilania il territorio dell’ex Mandato britannico della Palestina. Anche questa volta il sole sorge su un paesaggio di macerie, costellato di lutti che alimentano l’odio instillato nella carne viva dei due popoli da una lunga storia di abusi, di discriminazioni, di crimini contro l’umanità.

Una fragile tregua ha posto fine all’ennesima esplosione di violenza nel conflitto infinito che da quasi un secolo dilania il territorio dell’ex Mandato britannico della Palestina. Anche questa volta il sole sorge su un paesaggio di macerie, costellato di lutti che alimentano l’odio instillato nella carne viva dei due popoli da una lunga storia di abusi, di discriminazioni, di crimini contro l’umanità. Dopo 10 giorni di fuoco, dopo il lancio di 4.000 razzi di Hamas e dopo i massicci bombardamenti dell’aviazione israeliana che hanno polverizzato centinaia di edifici, sventrato le strade, seppellito intere famiglie con i loro bambini, cosa rimane, quali prospettive per il futuro?… leggi tutto

Il Cile volta pagina

L’inno alla vita di Violeta Parra, la cantautrice cilena interprete dei sentimenti più profondi dell’anima popolare cilena, è il miglior commento che si può fare allo straordinario risultato delle elezioni che si sono svolte nel fine settimana in Cile per eleggere i 155 membri dell’Assemblea costituente

Gracias a la vida que me ha dado tanto

 Me dio dos luceros que, cuando los abro

 Perfecto distingo, lo negro del blanco

 Y en el alto cielo su fondo estrellado

Y en las multitudes, el hombre que yo amo. ..

L’inno alla vita di Violeta Parra, la cantautrice cilena interprete dei sentimenti più profondi dell’anima popolare cilena, è il miglior commento che si può fare allo straordinario risultato delle elezioni che si sono svolte nel fine settimana in Cile per eleggere i 155 membri dell’Assemblea costituente che dovrà redigere la nuova Costituzione del Cile che sostituirà quella del 1980, l’ultimo lascito del regime di Pinochet.… leggi tutto

Non c’è pace in Terrasanta

malgrado la sua soverchiante potenza militare lo Stato d’Israele non è riuscito a garantire un solo giorno di pace ai suoi cittadini. La pedagogia del dolore non è la soluzione

Senza giustizia.

Il 14 maggio ricorre il 73 anniversario della nascita dello Stato di Israele, ma quest’anno c’è poco da celebrare. La festa dell’indipendenza coincide con un’esplosione di violenza, non solo militare, che pervade tutta la società comprese le comunità che convivono nelle cittadine miste come Lod, Aco e Ramble. Se in 73 anni la popolazione di Israele non ha vissuto un solo giorno di pace, evidentemente siamo in presenza del fallimento del progetto politico che ha guidato la nascita dello Stato d’Israele ed il suo percorso storico fin qui realizzato.… leggi tutto

Da Fedez al WTO

anche se la politica miope italiana non è capace di guardare oltre il proprio naso, i problemi politici globali trascinati dal disastro della pandemia urgono e bussano alla nostra porta costringendoci a fare delle svolte dettate dalla necessità.
Ben venga la dichiarazione di Biden favorevole alla moratoria dei brevetti

Se i sindacati organizzano ogni anno un grande concerto per celebrare la ricorrenza del primo maggio, festa del lavoro e dei lavoratori, è evidente che non si tratta solo di un fatto musicale ma di un evento civile, quindi non c’è niente di strano se gli artisti o i personaggi pubblici convocati affrontino dei temi di impegno civile.

E tuttavia, data la rilevanza mediatica dell’evento, ogni anno sorgono preoccupazioni nelle forze politiche che creano fibrillazioni nella RAI circa i messaggi sgraditi che possono essere trasmessi da quel palco, di qui le pressioni sugli artisti perché non si esprimano su questioni politicamente sensibili.… leggi tutto

L’oscenità nascosta

Un’altra tragedia nel Mediterraneo frutto della nostra indifferenza.
E’ il momento della vergogna

Vi confesso che sono molto addolorato per la tragedia che ancora una volta si è consumata nei giorni scorsi nel Mediterraneo. Centotrenta migranti sono morti in mare. Sono persone, sono vite umane, che per due giorni interi hanno implorato invano aiuto, un aiuto che non è arrivato. Fratelli e sorelle, interroghiamoci tutti su questa ennesima tragedia. È il momento della vergogna. Preghiamo per questi fratelli e sorelle, e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi. Preghiamo anche per coloro che possono aiutare ma preferiscono guardare da un’altra parte. leggi tutto

Afghanistan: finire una guerra per iniziarne un’altra?

La decisione del ritiro delle truppe NATO dall’Afghanistan annuncia la fine di una guerra durata vent’anni, ma non si rasserena la scena internazionale, altre nubi sono all’orizzonte

Lungo le sponde del mio torrente

Voglio che scendano i lucci argentati

Non più i cadaveri dei soldati

Portati in braccio dalla corrente.  

Questi versi di Fabrizio De Andrè (la guerra di Piero) sono il miglior auspicio che può accompagnare l’annunzio di Biden che entro l’11 settembre saranno ritirate dall’Afghanistan tutte le truppe della coalizione occidentale a guida NATO, ponendo fine ad una guerra durata 20 anni. Un intervento armato che ha causato centinaia di migliaia di vittime, senza riuscire a sconfiggere il nemico contro il quale si è combattuto e con il quale, alla fine, si è dovuto scendere a patti.… leggi tutto

La Pandemia dei missili ipersonici

La pandemia non sta insegnando nulla. Invece di una cooperazione a tutela delle diverse forme di vita riprende la corsa agli armamenti. Gli Stati Uniti si stanno preparando a installare nel Pacifico e in Europa impianti per il lancio da terra di missili ipersonici, particolarmente veloci e distruttivi. E la Russia non sta a guardare.

Per uscire dalla pandemia «occorre prendere coscienza che l’umanità e la natura non sono sfere separate e che il pianeta è una costante trama di relazioni che costituiscono un’unica “rete della vita”, nella quale siamo tutte e tutti connessi, con una interdipendenza delle esistenze con gli ecosistemi. Dobbiamo orientarci alla cooperazione e al rispetto di tutte le forme del vivente». Così si legge nell’introduzione a un documento sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) di Coordinamento per la Democrazia CostituzionaleLaudato Sì e Nostra!leggi tutto

Il senso di Erdogan per le donne

La Turchia si è ritirata dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Il gesto, altamente simbolico, è l’ennesima tappa della trasformazione della Turchia in un regime autoritario che calpesta quotidianamente i diritti umani fondamentali.

Dopo averlo annunziato sabato 20 marzo, questa settimana il Presidente Erdogan ha firmato il decreto che statuisce il ritiro della Turchia dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, più nota come Convenzione di Istanbul perché lì fu firmata l’11 maggio del 2011. 

La Convenzione prevede, tra l’altro, il sostegno alle donne vittime di violenza, il risarcimento dei danni in sede civile, il divieto del matrimonio forzato, la lotta alla violenza psicologica e fisica, allo stalking, alla violenza sessuale, alle mutilazioni genitali femminili, alle molestie sessuali. Si… leggi tutto

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