È di questi giorni la notizia che i Carabinieri dislocati a Nassiriya con il contingente militare italiano hanno fermato sette persone, che detenevano armi e munizioni da guerra. Quelle persone probabilmente stavano preparando un attacco contro postazioni italiane. Bene hanno fatto, pertanto, i Carabinieri ad arrestarli, sventando possibili atti aggressivi. Tali azioni, dal punto di vista del diritto si presentano come delitti contro la personalità dello Stato italiano, per il quale l’articolo 7 del codice penale prevede la punibilità secondo la legge italiana, dovunque siano commessi.… leggi tutto
Ammazzare un Nasseryano non è un tantino disumano?
Gli eventi dello scorso 6 aprile Nassirya hanno scosso l’opinione pubblica perché l’Italia ancora non si è assuefatta alla guerra permanente ed è portata a concepire sé stessa come un Paese amante della pace e poco avvezzo alla spedizioni belliche. Per la verità non si è trattato di una battaglia, come hanno scritto impropriamente i giornali, anche se sono stati sparati 30.000 proiettili, in quanto il Ministro della Difesa, Martino, ha ufficialmente dichiarato al Parlamento che: “la nostra è una missione di pace.… leggi tutto
Vi ricordate di quel 23 aprile?
Ksenija Bankovic aveva 28 anni il 23 aprile del 1999 e svolgeva con grande passione il suo lavoro di assistente al montaggio, anche Jelika Munitlak aveva 28 anni ed era molto soddisfatta del suo lavoro di truccatrice.
Oggi, dopo cinque anni, Ksenija e Jelika hanno ancora 28 anni.
Infatti sono state spogliate della vita alle ore 2,06 del 23 aprile 1999, assieme ad altre quattordici persone, come loro addette al lavoro presso gli studi della Rts (Radio Televisione Serba) di Belgrado.… leggi tutto
La libertà dell’informazione nel tempo della guerra infinita
FNSI
Federazione Nazionale della Stampa Italiana
Il 23 aprile del 1999, alcuni aerei della Nato bombardarono la sede della Televisione serba di Belgrado. Un’intera troupe fu sterminata; ed erano in sedici, tra operatori e giornalisti. Come disse il suo comandante, generale Wesley Clark, fu un atto “intenzionale e deliberato”: la stampa andava considerata “braccio armato” di un regime dittatoriale.
Purtroppo non si è trattato di un episodio destinato a rimanere isolato. L’8 aprile 2003, alla vigilia della caduta di Bagdad, sono stati scagliati quasi simultaneamente tre attacchi contro uomini e strutture dell’informazione, che hanno colpito gli uffici della TV Al Jazeera, della TV Abu Dhabi e l’hotel Palestine, dove era alloggiata la stampa internazionale, provocando tre morti e numerosi feriti.… leggi tutto
Strage di Madrid – Per favore fermate gli apprendisti stregoni
E’ durata poche ore la “verità ufficiale” del Governo spagnolo sulla responsabilità degli attentati dell’undici marzo, travolta dalle indagini della polizia e dalle rivendicazioni di sigle terroristiche islamiche. Il maldestro tentativo del Governo Aznar di trovarsi un responsabile di comodo e di accreditare una “verità di Stato” sul massacro, lascia trapelare lo sgomento di dover fare i conti con le conseguenze delle proprie sciagurate scelte di politica internazionale.
L’orrore che suscita la strage di Madrid è universale, come universale è l’esecrazione di questo attacco terroristico, folle e frutto di una logica infernale.… leggi tutto
Il Muro dell’apartheid dinanzi alla Corte Internazionale di Giustizia
“Quali conseguenze giuridiche derivano dalla costruzione del muro da parte di Israele, Potenza occupante, nei territori palestinesi occupati, comprese le zone attorno e all’interno di Gerusalemme Est, come descritto nel Rapporto del Segretario generale prendendo in considerazione le regole ed i principi di diritto internazionale, compresa la Quarta Convenzione di Ginevra e le rilevanti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e dell’Assemblea generale?”
Sono queste le parole che inquietano le Cancellerie e turbano i responsabili della politica israeliana.
Sono le parole che ha pronunziato l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione adottata l’8 dicembre del 2003, con la quale l’Assemblea ha messo in gioco l’ultima risorsa dell’ONU, la più preziosa, la Corte Internazionale di Giustizia.… leggi tutto
Lodata sia la Corte
La sentenza della Corte Costituzionale, che ha cancellato dall’Ordinamento giuridico la vergogna del c.d. “lodo Schifani”, ci annunzia una buona novella: la Costituzione italiana esiste ancora, è ancora viva, anche se non in buona salute, e resiste all’avvento del regime.
Da molti anni nella costituzione materiale ha preso piede (per responsabilità sia della destra che della sinistra) l’idea che la Costituzione può e deve essere “flessibile” , che le sue regole possono essere piegate alle esigenze delle contingenti maggioranze parlamentare.
Non è stato Berlusconi a teorizzare la supremazia della politica sul diritto, ma non v’è dubbio che è stato il Governo Berlusconi a spingere fino al parossismo l’esigenza dell’onnipotenza della politica, praticando il primato della sua azienda-politica sulle regole che assicurano il corretto funzionamento delle istituzioni e tutelano i principi fondamentali.… leggi tutto
Solo la politica ci può salvare
Il mondo sembra precipitato in un incubo senza fine. Viviamo in un tempo drammatico nel quale alle fitte tenebre che sono calate all’orizzonte della Comunità internazionale corrisponde un buio ancora più fitto nello scenario della nostra nazione.
Il nostro Paese nei quasi 60 anni che ci separano dalla liberazione, ha vissuto anni difficili, contingenze drammatiche, crisi profonde, eventi luttuosi, ma un attacco così profondo, pervicace ed insidioso ai connotati stessi della democrazia, come concepita nel progetto costituzionale, non si era mai verificato.… leggi tutto
Corte Internazionale di Giustizia e il muro di separzione
General Assembly Plenary
Tenth Emergency Special Session
23rd Meeting (AM)
GENERAL ASSEMBLY ADOPTS TEXT REQUESTING INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE TO ISSUE ADVISORY OPINION ON WEST BANK SEPARATION WALL
Tenth Emergency Special Session Approves Measure By Recorded Vote of 90 in Favour, 8 Against as 74 Abstain
The tenth emergency special session of the 191-member United Nations General Assembly this morning adopted a resolution asking the International Court of Justice (ICJ) to issue an advisory opinion on the legal consequences of Israel’s construction of a separation barrier in the West Bank.… leggi tutto
Accordo di Ginevra
Preamble
The State of Israel (hereinafter “Israel”) and the Palestine Liberation Organization (hereinafter “PLO”), the representative of the Palestinian people (hereinafter the “Parties”):
Reaffirming their determination to put an end to decades of confrontation and conflict, and to live in peaceful coexistence, mutual dignity and security based on a just, lasting, and comprehensive peace and achieving historic reconciliation;
Recognizing that peace requires the transition from the logic of war and confrontation to the logic of peace and cooperation, and that acts and words characteristic of the state of war are neither appropriate nor acceptable in the era of peace;
Affirming their deep belief that the logic of peace requires compromise, and that the only viable solution is a two-state solution based on UNSC Resolution 242 and 338;
Affirming that this agreement marks the recognition of the right of the Jewish people to statehood and the recognition of the right of the Palestinian people to statehood, without prejudice to the equal rights of the Parties’ respective citizens;
Recognizing that after years of living in mutual fear and insecurity, both peoples need to enter an era of peace, security and stability, entailing all necessary actions by the parties to guarantee the realization of this era;
Recognizing each other’s right to peaceful and secure existence within secure and recognized boundaries free from threats or acts of force;
Determined to establish relations based on cooperation and the commitment to live side by side as good neighbors aiming both separately and jointly to contribute to the well-being of their peoples;
Reaffirming their obligation to conduct themselves in conformity with the norms of international law and the Charter of the United Nations;
Confirming that this Agreement is concluded within the framework of the Middle East peace process initiated in Madrid in October 1991, the Declaration of Principles of September 13, 1993, the subsequent agreements including the Interim Agreement of September 1995, the Wye River Memorandum of October 1998 and the Sharm El-Sheikh Memorandum of September 4, 1999, and the permanent status negotiations including the Camp David Summit of July 2000, the Clinton Ideas of December 2000, and the Taba Negotiations of January 2001;
Reiterating their commitment to United Nations Security Council Resolutions 242, 338 and 1397 and confirming their understanding that this Agreement is based on, will lead to, and – by its fulfillment – will constitute the full implementation of these resolutions and to the settlement of the Israeli-Palestinian conflict in all its aspects;
Declaring that this Agreement constitutes the realization of the permanent status peace component envisaged in President Bush’s speech of June 24, 2002 and in the Quartet Roadmap process;
Declaring that this Agreement marks the historic reconciliation between the Palestinians and Israelis, and paves the way to reconciliation between the Arab World and Israel and the establishment of normal, peaceful relations between the Arab states and Israel in accordance with the relevant clauses of the Beirut Arab League Resolution of March 28, 2002; and
Resolved to pursue the goal of attaining a comprehensive regional peace, thus contributing to stability, security, development and prosperity throughout the region;
Have agreed on the following:
Article 1 – Purpose of the Permanent Status Agreement
- The Permanent Status Agreement (hereinafter “this Agreement”) ends the era of conflict and ushers in a new era based on peace, cooperation, and good neighborly relations between the Parties.