I crimini di Netanyahu e l’ipocrisia dell’Occidente

Di fronte all’incriminazione di Netanyahu, crolla quel muro di opacità con il quale i leader dei principali Paesi dell’Occidente hanno cercato fin qui di mascherare l’oscenità del martirio di un’intera popolazione perseguito con accanimento da Israele nella convinzione della sua più totale impunità.

Dopo un lungo silenzio durante il quale è sorto il dubbio sull’esistenza stessa del diritto internazionale e sull’utilità di una giurisdizione concepita per contrastare i crimini che offendono la coscienza morale dell’umanità, finalmente la Corte penale internazionale ha battuto un colpo. Il 20 maggio l’ufficio della Procura ha reso nota la richiesta di emissione di un mandato di cattura per tre leader di Hamas (per i fatti del 7 ottobre) e per due dei massimi dirigenti politici di Israele, il primo ministro Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant.… leggi tutto

Ricercati

Pubblichiamo la dichiarazione del Procuratore della CPI Karim A. Khan con la richiesta dei mandati di cattura per 3 leader di Hamas e per Netanyahu e Gallant

Dichiarazione del procuratore della CPI Karim A.A. Khan KC: Richieste di mandato d’arresto nella situazione nello Stato di Palestina

Yahya Sinwar, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri (Deif), Ismail Haniyeh

Sulla base delle prove raccolte ed esaminate dal mio Ufficio, ho fondati motivi per ritenere che Yahya SINWAR (capo del Movimento di Resistenza Islamica (“Hamas”) nella Striscia di Gaza), Mohammed Diab Ibrahim AL-MASRI, più comunemente noto come DEIF (comandante in capo dell’ala militare di Hamas, conosciuta come Brigate Al-Qassam) e Ismail HANIYEH (capo dell’ufficio politico di Hamas) sono responsabili penalmente dei seguenti crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi sul territorio di Israele e Stato di Palestina (nella Striscia di Gaza) almeno dal 7 ottobre 2023:

  • Lo sterminio come crimine contro l’umanità, contrario all’articolo 7, comma 1, lettera b), dello Statuto di Roma;
  • Omicidio come crimine contro l’umanità, contrario all’articolo 7(1)(a), e come crimine di guerra, contrario all’articolo 8(2)(c)(i);
  • La presa di ostaggi costituisce un crimine di guerra, contrario all’articolo 8(2)(c)(iii);
  • Stupro e altri atti di violenza sessuale come crimini contro l’umanità, contrari all’articolo 7, paragrafo 1, lettera g), e anche come crimini di guerra ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 2, lettera e), punto vi) nel contesto della prigionia;
  • Tortura come crimine contro l’umanità, contrario all’articolo 7, paragrafo 1, lettera f), e anche come crimine di guerra, contrario all’articolo 8, paragrafo 2, lettera c), punto i), nel contesto della prigionia;
  • Altri atti disumani costituiscono un crimine contro l’umanità, contrario all’articolo 7, paragrafo 1, lettera k), nel contesto della prigionia;
  • Trattamento crudele come crimine di guerra contrario all’articolo 8(2)(c)(i), nel contesto della prigionia; E
  • Oltraggi alla dignità personale come crimine di guerra, contrario all’articolo 8(2)(c)(ii), nel contesto della prigionia.
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Gaza. Oltre la vendetta: il nulla

Quello che rende ancora più fosca la tragedia di Gaza, è il fatto che non si profila all’orizzonte alcuna prospettiva politica che possa restaurare la pace nella regione. Oltre la vendetta, il governo israeliano non è capace di indicare nulla.

Ormai è passato un mese dall’inizio dell’attacco israeliano contro la Striscia di Gaza. La furia di Israele non si è placata neanche per un attimo. In trenta giorni di intensi bombardamenti sono stati provocati oltre 10.000 morti fra la popolazione civile (tra cui 4.104 bambini e 2.641 donne), mentre i feriti hanno superato quota 25.000. Un livello di distruzione e morte spaventoso se si considera che in Ucraina, dopo 18 mesi di guerra, alla data del 24 agosto 2023, Save the Children ha stimato in 545 il numero dei bambini uccisi.… leggi tutto

Gaza: non è difesa è genocidio

Se l’obiettivo perseguito è quello della guerra per distruggere Gaza, identificata come il male assoluto, la condotta di Israele, anche in senso tecnico-giuridico, rientra nel concetto di “genocidio” come definito dalla Convenzione Onu del 9 dicembre 1948 per la prevenzione e repressione del delitto di genocidio

Siamo entrati nella terza settimana di guerra e la tempesta di fuoco scagliata da Israele contro la Striscia di Gaza non accenna a diminuire, anzi si intensifica con l’ingresso di mezzi corazzati e truppe di terra. Non si riesce a comprendere quale disegno politico guidi la reazione di Israele al di là dello spirito di vendetta per i massacri subiti dalla sua popolazione il 7 ottobre. Certamente non aiuta a capirlo quanto affermato da Netanyahu nella sua prima conferenza stampa dall’inizio del conflitto.… leggi tutto

Medio Oriente: il sonno del diritto genera mostri

Si può capire la collera di Israele per la ferita subita, che oltraggia l’umanità in quanto tale, ma quando le foto dei bambini morti vengono utilizzate da un politico per giustificare un massacro che, finora, ha provocato a Gaza la morte di 700 fanciulli , rimane un’impressione orribile. La vita dei bambini della popolazione “nemica” non conta nulla

Nel campo desolato delle crudeltà e dei lutti seminati da un conflitto che dura, senza soluzione, da oltre 75 anni, le stragi indiscriminate compiute nel sud di Israele dai miliziani di Hamas, possono trovare un precedente di pari barbarie solo nel massacro nel campo profughi di Sabra e Chatila eseguito il 16 settembre del 1982 dalle falangi libanesi in cui furono trucidate 3.500 persone innocenti, comprese donne e bambini. Questo per dire che il metodo terroristico elevato alla sua massima potenza, non è l’elemento discriminante per qualificare i soggetti che lo praticano.… leggi tutto

Non c’è pace in Terrasanta

malgrado la sua soverchiante potenza militare lo Stato d’Israele non è riuscito a garantire un solo giorno di pace ai suoi cittadini. La pedagogia del dolore non è la soluzione

Senza giustizia.

Il 14 maggio ricorre il 73 anniversario della nascita dello Stato di Israele, ma quest’anno c’è poco da celebrare. La festa dell’indipendenza coincide con un’esplosione di violenza, non solo militare, che pervade tutta la società comprese le comunità che convivono nelle cittadine miste come Lod, Aco e Ramble. Se in 73 anni la popolazione di Israele non ha vissuto un solo giorno di pace, evidentemente siamo in presenza del fallimento del progetto politico che ha guidato la nascita dello Stato d’Israele ed il suo percorso storico fin qui realizzato.… leggi tutto

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