Alle origini della guerra: la democrazia tradita

La guerra è (anche) la spia del tradimento della democrazia. Oltre due secoli fa Kant segnalava che a decidere sulla pace e sulla guerra devono essere i cittadini e non i governanti. Ma così non è stato prima della invasione dell’Ucraina da parte della Russia

Il viaggio a Mosca di Orban, teorico della democrazia illiberale, e la sconfessione che ha ricevuto a reti unificate dai media mainstream e dai portavoce delle forze politiche democratiche europee, ha fatto emergere un paradosso. A prima vista sembra che le ragioni della pace stiano più a cuore agli autocrati che alle democrazie liberali dell’Occidente, le cui classi dirigenti tendono a legittimare la guerra e preferiscono sperimentarla fino in fondo per vedere l’effetto che fa.

Immanuel Kant nel suo saggio Per la Pace perpetua, scritto nel 1795, afferma un principio contrario: solo la Costituzione repubblicana può fondare la prospettiva della pace perpetua.… leggi tutto

Contro l’Autonomia differenziata: un nuovo CLN

referendum abrogativo della legge Calderoli: non si è mai vista una richiesta di referendum sostenuta da uno spettro così ampio di forze politiche e sociali.

Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”?

E’ un quesito secco, inequivocabile, che esprime una avversione non negoziabile al progetto di rottura dell’Unità della Repubblica e dell’eguaglianza dei diritti, insito nell’Autonomia differenziata, di cui la legge Calderoli è strumento di attuazione.

E’ significativo che il 5 luglio si siano presentati in Cassazione per depositare il quesito tutti leader dell’opposizione, Schlein, Conte, Bonelli, Fratoianni, Acerbo, Boschi, Magi, La Valle, assieme al Segretario della CGIL, Landini, al Presidente dell’Anpi, Pagliarulo, con Acli, Arci, Cna, Uil, Wwf, Demos, Legambiente, Link, Rete degli Studenti Medi e Unione degli Studenti.… leggi tutto

Il volto feroce e le lacrime di coccodrillo del G7

La faccia feroce del G7 verso la Russia si converte in un volto compassionevole rigato di lacrime di coccodrillo per la tragedia in atto a Gaza.

Giorgia Meloni si è vantata del vertice del G7 come un grande successo dell’Italia e del suo governo ed ha reagito stizzita alle polemiche sollevate dai suoi critici sull’assenza della parola “aborto”, laddove nelle conclusioni del precedente vertice di Hiroshima si parlava di «accesso all’aborto legale e sicuro e alle cure post-aborto». Secondo Meloni si è trattato di una polemica artefatta perché lei non ha nessuna intenzione di modificare la 194 (infatti ne sta solo boicottando l’attuazione). Una volta tanto siamo d’accordo con la Meloni, accendere una polemica sui passi indietro provocati dal governo Meloni su aborto e diritti LGBT, è il modo migliore per nascondere la sostanza delle decisioni assunte dal G7, per come espresse nel comunicato finale di 36 pagine.… leggi tutto

Fermare il partito unico della guerra

La miccia è stata accesa, se i popoli non la spegneranno lo sbocco in un conflitto infernale è assicurato. Le elezioni europee possono essere l’ultima chance per fermare il partito unico della guerra in Italia e in Europa e salvare il futuro.

In questi ultimi mesi l’orizzonte internazionale in cui è immersa la nostra vita come popolo italiano e come singoli è diventato ancora più inquietante. Gli scenari bellici – dal conflitto armato in Ucraina al martirio del popolo palestinese a Gaza (che Israele pratica nella massima impunità) – hanno continuato ad aggravarsi e lo spettro di una guerra mondiale nucleare, invece di allontanarsi, sembra essere una minaccia sempre più vicina. Non abbiamo mai vissuto un periodo storico così drammatico dal 1945. Anche nelle fasi più salienti della guerra fredda il rischio di guerra non è mai stato così elevato.… leggi tutto

I crimini di Netanyahu e l’ipocrisia dell’Occidente

Di fronte all’incriminazione di Netanyahu, crolla quel muro di opacità con il quale i leader dei principali Paesi dell’Occidente hanno cercato fin qui di mascherare l’oscenità del martirio di un’intera popolazione perseguito con accanimento da Israele nella convinzione della sua più totale impunità.

Dopo un lungo silenzio durante il quale è sorto il dubbio sull’esistenza stessa del diritto internazionale e sull’utilità di una giurisdizione concepita per contrastare i crimini che offendono la coscienza morale dell’umanità, finalmente la Corte penale internazionale ha battuto un colpo. Il 20 maggio l’ufficio della Procura ha reso nota la richiesta di emissione di un mandato di cattura per tre leader di Hamas (per i fatti del 7 ottobre) e per due dei massimi dirigenti politici di Israele, il primo ministro Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant.… leggi tutto

Ricercati

Pubblichiamo la dichiarazione del Procuratore della CPI Karim A. Khan con la richiesta dei mandati di cattura per 3 leader di Hamas e per Netanyahu e Gallant

Dichiarazione del procuratore della CPI Karim A.A. Khan KC: Richieste di mandato d’arresto nella situazione nello Stato di Palestina

Yahya Sinwar, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri (Deif), Ismail Haniyeh

Sulla base delle prove raccolte ed esaminate dal mio Ufficio, ho fondati motivi per ritenere che Yahya SINWAR (capo del Movimento di Resistenza Islamica (“Hamas”) nella Striscia di Gaza), Mohammed Diab Ibrahim AL-MASRI, più comunemente noto come DEIF (comandante in capo dell’ala militare di Hamas, conosciuta come Brigate Al-Qassam) e Ismail HANIYEH (capo dell’ufficio politico di Hamas) sono responsabili penalmente dei seguenti crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi sul territorio di Israele e Stato di Palestina (nella Striscia di Gaza) almeno dal 7 ottobre 2023:

  • Lo sterminio come crimine contro l’umanità, contrario all’articolo 7, comma 1, lettera b), dello Statuto di Roma;
  • Omicidio come crimine contro l’umanità, contrario all’articolo 7(1)(a), e come crimine di guerra, contrario all’articolo 8(2)(c)(i);
  • La presa di ostaggi costituisce un crimine di guerra, contrario all’articolo 8(2)(c)(iii);
  • Stupro e altri atti di violenza sessuale come crimini contro l’umanità, contrari all’articolo 7, paragrafo 1, lettera g), e anche come crimini di guerra ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 2, lettera e), punto vi) nel contesto della prigionia;
  • Tortura come crimine contro l’umanità, contrario all’articolo 7, paragrafo 1, lettera f), e anche come crimine di guerra, contrario all’articolo 8, paragrafo 2, lettera c), punto i), nel contesto della prigionia;
  • Altri atti disumani costituiscono un crimine contro l’umanità, contrario all’articolo 7, paragrafo 1, lettera k), nel contesto della prigionia;
  • Trattamento crudele come crimine di guerra contrario all’articolo 8(2)(c)(i), nel contesto della prigionia; E
  • Oltraggi alla dignità personale come crimine di guerra, contrario all’articolo 8(2)(c)(ii), nel contesto della prigionia.
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Fra Maramaldo e Don Abbondio

Negli ultimi tempi il volto con cui il governo italiano si presenta nel proscenio internazionale e di fronte ai suoi stessi cittadini oscilla fra l’immagine di Maramaldo, icona della massima viltà, e quella di don Abbondio, precursore della commedia all’italiana.

Negli ultimi tempi il volto con cui il governo italiano si presenta nel proscenio internazionale e di fronte ai suoi stessi cittadini oscilla fra l’immagine di Maramaldo, icona della massima viltà, e quella di don Abbondio, precursore della commedia all’italiana.

Il primo e più grave atto di viltà è stata la decisione di bloccare i finanziamenti all’Unrwa (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro dei profughi palestinesi nel Vicino oriente) su istigazione di Israele; istigazione prontamente raccolta dagli Stati Uniti e dai più fedeli alleati occidentali (Canada, Australia, Regno Unito, Finlandia, Paesi Bassi, Germania, Giappone, Austria e Nuova Zelanda).… leggi tutto

La lunga notte della Repubblica

Da molto tempo il modello di democrazia che i costituenti hanno consegnato al popolo italiano, traendo lezione dalle dure esperienze della Storia, è , sferzato da un vento di contestazione che punta ad immutare i caratteri originali e il volto stesso della Repubblica generata dalla lotta di liberazione.

Da molto tempo il modello di democrazia che i costituenti hanno consegnato al popolo italiano, traendo lezione dalle dure esperienze della Storia, è percorso da una crisi di identità e di valore, sferzato da un vento di contestazione che punta ad immutare i caratteri originali e il volto stesso della Repubblica generata dalla lotta di liberazione.

Noi sappiamo quando è iniziata questa bufera: il 26 giugno del 1991, quando il  Presidente della Repubblica dell’epoca, Francesco Cossiga, mandò un formale messaggio alle Camere (ex art.… leggi tutto

Libro e Moschetto

Ci sono territori in cui l’acculturazione bellica fa fatica a penetrare. Uno di questi è la scuola nella quale vige ancora il principio sancito dall’articolo 33 della Costituzione: l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.

È risaputo che la verità è la prima vittima della guerra. Per sostenere, anche da dietro le quinte, una guerra in corso, occorre instaurare una visione manichea nella quale tutti i torti siano ascrivibili a chi assume il ruolo del nemico, è necessaria una professione di fede in una verità indiscutibile.

La verità che giustifica la guerra non ammette dubbi o dissonanze. Non a caso, da quando con lo scoppio del conflitto in Ucraina è dilagato in tutta Europa lo spirito nefasto della guerra, è iniziata una mobilitazione bellica della comunicazione, della cultura, delle coscienze.… leggi tutto

Il fermo della Mare Jonio scoperchia la necropolitica

Coloro che periscono fra i flutti, a differenza delle vittime di bombardamenti, offrono il vantaggio di morire silenziosamente e di scomparire in quel grande cimitero liquido che è il Mediterraneo, senza bisogno di sepoltura e annunci di gazzetta.

In questo tempo buio in cui assistiamo ad un corsa alla disumanità che raggiunge sempre nuovi traguardi, in cui il trionfo della morte a Gaza viene rivendicato come un successo dal potere politico che governa lo Stato d’Israele, in cui le autorità politiche europee “normalizzano” la guerra come strumento della politica ed istigano il potere politico che governa l’Ucraina a proseguire il bagno di sangue che sta svenando due popoli fratelli, la strage dei migranti che si consuma silenziosamente nel Mar Mediterraneo potrebbe apparire poca cosa.… leggi tutto

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